N.3 - anno 1999
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ELOGIO DELLA SAPONETTA
Lavarsi le mani con il sapone è una delle cose
più banali che facciamo alla mattina o prima di pranzare. Usare solo l'acqua non è la stessa cosa; l'acqua
fresca infatti non riesce a rendere come una profumata saponetta. L'intuizione legata al sapone che mi è venuta
una mattina, mi ha convinto a ritagliare anche per lui (o per lei nel caso della saponetta), uno spazio su queste
pagine. Infatti sono sempre interessanti i momenti in cui tutto diventa animato come quell'arte grafica che fa
ballare un tavolo, fa volare i piatti, fa cantare le tazze. I film di animazione rimangono belli per quella
capacità di animare ciò che sembra non aver un'anima. La realtà è cosa più movimentata di quello che notiamo,
sa comunicare sensazioni impreviste e inimmaginabili. Con questa consapevolezza, tanti oggetti si possono
rianimare: la nostra macchina, il pettine, il cappotto, un paio di scarpe e altre cose che usiamo ogni giorno.
Quante riflessioni potrebbero nascere. C'è anche un mondo concreto che è fatto di gesti: un saluto, un
abbraccio, una stretta di mano, azioni queste che infondono delle sensazioni potenti, che rendono animate le
relazioni che abbiamo con le persone. Scopriamo allora che gli altri ci mandano messaggi di affetto, richieste di
aiuto, segnalazione di una necessità, o solamente il piacere di una amicizia. Sono belle tutte le circostanze in
cui le stesse persone diventano “animate”, superando il livello dell'abitudine e del “solito”. E' una
esperienza proprio bella anche l'accorgersi del silenzio entro il quale si muove il buon Dio, provare una
piacevolezza nel vedere come ha cura di noi. Tutti hanno la possibilità di provarla proprio perché il Padreterno
è di larghe vedute e non si ferma davanti a nessun ostacolo. Ma come spesso succede, molte cose ci sembrano “scontate”,
senza che dicano qualcosa che già non conosciamo. Eppure la stessa esperienza religiosa è carica di azioni che
si compiono e che possono scivolare via come quando ci si lava senza sapone. Basterebbe ripassare alcuni oggetti:
il pane, il libro, l'acqua, la panca, la porta della chiesa, i colori della liturgia, il tabernacolo, i fiori, le
candele… e notare come tutte queste cose, abbiano la capacità di comunicare, proprio perchè diamo loro
un'anima, le rendiamo “animate”. E allora si prova consolazione grazie al “pane”, si prova la voglia di
novità grazie “all'acqua”; si coglie altre volte la tenerezza davanti al “libro” o davanti al “tabernacolo”;
si ha la sensazione del cielo in un “luogo” che parla di Dio. Lasciamoci andare pertanto al gioco dei cartoni
animati, proprio perché abbiamo bisogno di non ridurre tutto ad una faccenda di testa o di razionalità; è
necessario riscoprire quel mondo di sensazioni che fanno gioire il cuore. Laviamoci pure le mani e guardiamo con
simpatia anche una saponetta profumata, che improvvisamente ci fa entrare in un mondo nascosto ma vero.
Don Norberto
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