N.5 - anno 1999
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L'ISOLA CHE C'E'
Capita di intraprendere un viaggio d’estate
potendo contare su un periodo preciso, un mese per esempio. Studiato il percorso stradale piuttosto che quello a
piedi, diventa essenziale sapere dove andare, precisare la città d’arte, un paese europeo, una località di
montagna oppure quella terra ferma in mezzo all’immensità del mare. Il tempo a disposizione e la meta prescelta
portano poi a determinare le tappe intermedie, le altre città o le curiosità da vedere. Non va dimenticato l’imprevisto
o quella particolare cosa che una persona del luogo ti invita ad ammirare.
Il poco tempo a disposizione obbliga ad esser un po’ snelli, pena non arrivare all’obiettivo che ci si era
prefissato.
"Certo, se avessi a disposizione più settimane, potrei vedere tante altre cose", così si dice quando
si nota il passare dei giorni.
Sarebbe triste a chi ci domanda: "Com’è andato il viaggio", dover rispondere: "Non sono arrivato
in fondo perché mi sono perso in tante altre cose". Non tutti sono ricchi di tempo da permettersi il lusso
di usarne a piacimento. Quando si può contare solo su pochi giorni, si è intelligenti se si arriva a sfruttarli
tutti per raggiungere le cose desiderate. Perchè capita di trovare persone che, pur avendo a disposizione tanto
tempo, non combinano nulla. Tra meta da raggiungere e il tempo che si ha a disposizione, si svolge l’esistenza
di questo mondo.
Anch’io avverto di rischiare molto buttandomi in mille cose, dimenticando l’Assoluto, la meta. Ci si può
sposare con una persona di cui si è innamorati e poi dimenticare quell’amore assoluto a causa del lavoro, dello
sport, degli interessi, dei propri hobby. Si può scegliere di fare il pastore, come un altro "buon
pastore", e infilarsi in tante cose anche belle, ma perdendo quell’Assoluto per cui si spende la vita.
Talvolta succede di salvarsi dicendo: "Ma c’è sempre tempo". Eppure il tempo è poco, il tempo
stringe, il periodo scelto per il proprio viaggio, pian piano viene meno. Solo chi ricorda che il tempo a propria
disposizione non è eterno e che si muove verso l’Assoluto, dà una spallata al rischio di vivere intontiti.
Lo sguardo sulla "isola" prescelta, poi, fa recuperare tutte le cose e le persone intermedie, quelle che
sono con te sulla strada. Ogni viaggiatore che arriva alla sua meta rammenta bene tutti i passi, le tappe, le
persone incontrate, le bellezze che l’hanno commosso.
Ecco perchè sarebbe strano accontentarsi di un buon albergo di periferia trovato comodo, sostando lì, tra una
partita di briscola e l’altra, rispetto a quella sensazione che può dare una città che ci aspetta o rispetto a
quella persona a cui abbiamo dato la vita. Sarebbe strano accontentarsi di un rifugio ai piedi del monte, solo
perchè fuori il vento fischia forte o il freddo blocca le gambe, rispetto alla cima.
Il tempo è quello che è: non si può girare a vuoto tutta la vita perdendosi in tante cose, abbandonando il
"fine". Se poi i soldi cominciano a scarseggiare, si può solo sperare in quella casa piena di festa
dove si è ucciso il vitello grasso e dove un padre aspetta il ritorno del figlio. Serve allora alzare la testa e
guardare di nuovo avanti: è il ricordo della strada ma soprattutto il ricordo di quello che sta oltre, perchè l’isola
c’è!
Don Norberto
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