PREMESSA
Ciò che andava bene anni fa avvertiamo che non tiene
più: sono cambiate molte cose. Siamo cambiati noi,
la società in cui viviamo, la Chiesa, il modo di
presentare il cristianesimo.
Esiste un
cultura indifferente al cristianesimo (spesso anche
di netto rifiuto) e una cultura attenta alla Chiesa,
accettata però come fatto estetico e artistico o
come realtà impegnata nel volontariato o nel
sociale. Per il resto c’è una certa chiusura a ciò
che la Chiesa indica. C’è poi la linea che
preferisce la religione cristiana del “fai da te”.
Rimangono
però alcune abitudini e tradizioni: la messa di
Natale, la richiesta dei Sacramenti.. “si è sempre
fatto così”! E poi si sa che in terza elementare ci
si avvicina alla prima Comunione…
Gesù
diventa una tradizione, che trova nella Prima
Comunione l’evento ancora sentito e che viene
accettato anche per la forza commerciale che viene
prodotta. Viene percepito dalla famiglia e dai
ragazzi come il primo evento sociale dove si è
protagonisti: la società poi spera molto in questa
cerimonia. Ci sono poi del “doveri” verso i parenti…
Forse non
si è del tutto consapevoli, eppure si avverte che
c’è qualcosa di diverso. Sembra che Gesù non sia
persona viva, si fa fatica a mostrarne il volto, si
lascia che diventi immagine o ricordo da appendere
al collo o ad una parete. Il cristianesimo non
lascia traccia. Pur essendo credenti non si prega,
non si ascolta la Parola, si è presente ai momenti
celebrativi “a secondo”, la fede non produce uno
stile di vita.
Anche la
recente presenza di nuove religioni cambia (non
tantissimo per noi) il quadro di riferimento
rispetto al passato.
Questi e tanti altri motivi mostrano che esiste un
veloce cambiamento rispetto ad un passato prossimo e
che spingono verso un cambiamento e una
sperimentazione che andiamo facendo in questi anni.
B. Dall'anno 2005 abbiamo dato il via ad una sperimentazione nuova
con tutti
i rischi del caso, a tal punto che lo slogan
iniziale fu: “E che Dio ce la mandi buona”.
Ebbene, pare che Dio “ce l’ha mandata buona”!
Da quando
si è celebrato il Battesimo, le famiglie hanno fatto
quello che potevano.. Forse non c’è stato un appello
da parte del prete o della Chiesa circa quegli
impegni all’educazione cristiana che si erano presi.
Si vorrebbe invece lasciare che la Grazia del
Battesimo venga più allo scoperto, mentre si compie
il gesto di portare i bambini per il catechismo
della Comunione e della Cresima.
Proprio in
nome di un nostro disagio davanti “a quello che si è
sempre fatto” ma consapevoli che bisognava muoversi
in un modo nuovo, siamo partiti con questa
sperimentazione. Siamo partiti aiutati dalla
esperienza della parrocchia di Robecco sul Naviglio
ma che abbiamo adattato alle nostre esigenze.
Adesso,
dopo i primi tre tentativi che hanno portato alla
“nuova Prima Comunione”(leva 1996 – 1997 – 1998), ci
stiamo convincendo della positività della proposta
che ha bisogno sempre di essere rivista e corretta
insieme alle persone e alle famiglie coinvolte.