Mons. Claudio Livetti
Prevosto e Decano di Busto Arsizio
Non so come saranno a Busto, le cose nel 2050 quando - presumibilmente - la popolazione sarà per metà afro/asiatica con culture e religioni diverse.
So per certo che a tutt'oggi nella nostra città ci sono venticinque Chiese cattoliche, oltre le cappelle interne delle Case delle suore, degli Oratori, dell'Ospedale e della Casa di Riposo.
Un segno della "civitas cristiana".
Questo opera artistica è, per cosi dire, il testamento di Pietro Giavini, che amava definirsi "Pierino ul pitùi"
Sono fiero di questa opera, essa è testimone che Busto non è solo città di lavoro e di soldi ma anche, ed in maniera eminente, di antica fede cattolica! Le venticinque Chiese ne sono la più fulgida testimonianza.
ARTISTICO E MORALE
CHIESE PARROCCHIALI
Talune chiese sono sorte assai prima di diventare parrocchie. le prime
strutture di santa maria, di san giovanni, di san michele, site nel
cuore di busto arsizio, sono anteriori al mille, epoca in cui tutto il
cristianesimo della valle olona costituiva, possiamo dire, una sola
parrocchia con perno in olgiate olona. in età comunale, segni anch'essi
di conquistata libertà, nacquero le prime rettorie, poi denominate
parrocchie, che comportavano la presenza di un sacerdote, generalmente
presso una chiesa preesistente, al quale sacerdote la comunità locale
affidava la cura delle proprie anime.
La situazione di busto e' particolare: la comunità, sulla base delle sue
crescenti disponibilità economiche, formò, non uno, ma diversi benefici
curati fra il secolo xiii e il xvi, precisamente tre benefici presso la
chiesa di san giovanni, due presso san michele, costituendo di fatto una
parrocchia presso la prima ed un'altra parrocchia presso la seconda
chiesa, mentre santa maria nella piazza del borgo si configurava come
santuario, senza incombenze parrocchiali. quando san carlo nel 1583
volle trasferite da olgiate a busto arsizio le dignità ecclesiastiche
della pieve cioè del distretto, i curati di san giovanni e di san
michele vennero innalzati al grado di canonici, ma ridotti al compito di
coadiutori del prevosto nella cura delle anime; busto fu considerata
parrocchia unica.l'unico parroco era il prevosto il quale, risiedendo
con altri canonici presso san giovanni, comportava per la chiesa di san
giovanni il ruolo e il titolo di prepositurale, mentre san michele
funzionò come chiesa sussidiaria per l'amministrazione dei sacramenti.
indipendentemente dal fatto che le chiese si ricostruirono poi più
grandi e più belle e che il borgo divenne città sempre più popolosa, per
busto tale situazione di parrocchia unica si trascinò invariata sino
all'inizio del secolo xx, quando la rivoluzione industriale determinò
più rapido aumento demografico, accelerata espansione urbanistica, nuovi
e pressanti problemi pastorale.
Nel 1906 a san michele venne restituita la funzione di parrocchia a pieno
titolo sul territorio occidentale di busto. si costruirono,nei rioni di
periferia in formazione, nuove chiese, destinate a diventare
parrocchiali. la parrocchia di san giovanni rinunciò via via a pezzi del
sue territorio per formare le parrocchie dei santi apostoli in via
genova(1930), di sant'edoardo (1947), di sant'anna al villaggio
omonimo(1961), del sacro cuore (1983),di san giuseppe all'ospedale
(1990)
Dallo scorporo delle parrocchie di san michele presero origine le nuove
parrocchie di san luigi al rione beata giuliana (1958), di santa maria
regina (1964), del redentore (1973).
sui lembi marginali dei territori delle parrocchie di sant'edoardo, di
sacconago e di borsano si e' insediata, ultima nata (1991), la
parrocchia di santa croce di brughetto.
borsano e sacconago, ridotti da comuni autonomi a rioni di busto nel corso
del novecento, mantengono le qualifiche parrocchiali che godono da molti
secoli.
nel cuore della città, santa maria rimane il santuario di tutti i bustesi.