Anno 2001
Numero 8 - Giugno 2001
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PRETI DA SPETTACOLO O SPETTACOLO DI PRETI
Non appartengo ad alcuna delle cascine, perci?
non vivo il Palio in prima persona. Non sono n?gialla, n?verde, n?rossa , n?blu, per?seguo con piacere
le varie fasi della manifestazione, dalla sfilata alle competizioni sportive e "ne vedo di tutti i
colori": qualcuno deve pur fare da pubblico, no? Quest'anno la Patronale mi ha piacevolmente sorpreso ancor
pi?che per gli stupefacenti fuochi d'artificio, perch?ha reso possibile due incontri con persone che mi sono
sembrate straordinarie. Ma andiamo con ordine.
Sabato 26 maggio - campo della San Marco
Il programma recita: "Spettacolo musicale con Frate Cesare". Non lo conosco per nulla, ma ho sentito
dire che si tratta di un frate cappuccino che ha abbandonato una catechesi giovanile di tipo tradizionale per
utilizzare la musica come strumento per avvicinare alla fede i giovani. Sul palco campeggia la scritta:
"Straordinariamente ovvio" ed il mio primo pensiero, forse un po' cattivo, ? speriamo che non sia
straordinariamente banale? E quando sul palco arriva lui, questo stupefacente incrocio fra Santa Klaus (per via
della barba bianca) e Bud Spencer (per via della mole), penso che ha comunque una bella presenza scenica: sentir?
un paio di canzoni, poi andr?a recuperare i figli e? via a dormire.
Devo ricredermi: frate Cesare mi conquista a poco a poco, con i suoi testi e le canzoni che diventano via via
sempre pi?coinvolgenti ed impegnate. Sullo schermo passano immagini suggestive della natura, ma anche scene
terribili di storia del nostro secolo, in cui la violenza e l'odio dell'uomo sembrano trionfare? Ma non ?
cos? quell'uomo di fede che si affatica sul palco riesce a trasmettere il dubbio, anzi, la certezza che ci sia
una strada di novit?e di amore che noi possiamo percorrere sostenuti dallo sguardo del Signore. E chi pensa pi?
ai figli o all'orologio? Mi ritrovo anch'io, non proprio giovane, a battere le mani con chi mi circonda, mentre un
pensiero di speranza sgorga dal cuore? Ma non ?finita qui.
Domenica 3 giugno - al Centro comunitario.
In sala c'?grande allegria: questo simpatico salesiano (ecco spiegato il nome "Sales") coinvolge
adulti e bambini nei suoi giochi di prestigio, incantando gli spettatori con i suoi mille trucchi. So che ha
portato il suo spettacolo in tanti paesi del mondo ed ha fatto divertire bambini di tutte le razze; perfino Madre
Teresa di Calcutta ha assistito, con bonario divertimento, ai suoi scherzi.
E questo sarebbe gi?molto; in realt?leggendo i volantini che distribuisce, scopro che questo uomo buono opera
veramente delle magie e stavolta senza trucco. Don Silvio, questo ?il nome del mago Sales, ha fondato a Torino
una associazione che si occupa di soccorrere e sostenere bambini in difficolt? in particolare propone l'adozione
a distanza, come mezzo per aiutare un piccolo a crescere e ad istruirsi senza essere allontanato dal proprio
ambiente. Raccoglie poi periodicamente uomini di magia per incontri, scambi di esperienza e per proporre
spettacoli di beneficenza.
Per me due conclusioni.
La prima: mai fermarsi alle apparenze, perch??sempre necessario uno sguardo attento per cogliere il
significato di un'esperienza o il valore di una persona. Secondo: ?bello vedere che la grazia del Signore opera
scegliendo talvolta strade anche un po' fuori dalla norma, magari sostenendo e dando un senso alla creativit?
individuale di alcune persone.
Maria Luisa
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