PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
Via Favana - Busto Arsizio


Anno 2008/2009
Numero 6 - marzo 2009

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AMORE E' SINONIMO DI...

Per aiutare i bambini a sviluppare la logica, durante le ore di grammatica mi ricordo che la mia maestra era solita chiedere di scrivere accanto a ogni sostantivo o aggettivo il suo contrario. Accanto a bianco il bambino attento e sveglio avrebbe messo l’aggettivo nero, bello-brutto, giustizia-ingiustizia, amore-odio. Ma più impegnativa era la richiesta di scrivere i sinonimi: amicizia-legame-affetto-simpatia; gioia-felicità-serenità…

E allora, cosa c’entra?

Voglio con voi immaginare come svolgerebbe Dio questo esercizio di grammatica. Sicuramente alcune regole di logica non varrebbero più e il lavoro fatto da Dio verrebbe giudicato dalla maestra assolutamente illogico.

Pensiamo per esempio al sostantivo amore, Dio metterebbe come sinonimo il sostantivo croce, oppure accanto al sostantivo uomo, Dio.

Ma, che logica c’è dietro all’associazione amore-croce?! Guardando le storie d’amore nei film o nelle telenovela si vede che l’amore è spensieratezza, gioia, intrighi, tradimenti, bugie, rapporti sessuali, divorzi… E la croce? C’è qualcosa che non va. A mio figlio, come parlerò dell’amore? A partire dall’immagine presentata dalla televisione, da internet o dall’esperienza dell’amore che vivo ogni giorno?

San Paolo, nel suo famosissimo inno alla Carità, dice dell’amore che è “magnanimo, benigno, non è invidioso, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità; tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L’amore non avrà mai fine”. (1Cor 13, 4-8) .

Pensiamo alle nostre giornate quotidiane: se usiamo il criterio di fare solo ciò che piace, poche sarebbero le cose che faremmo lo stesso in quella giornata. Ma se usiamo il criterio del “ti voglio bene”, sicuramente potremmo elencare un’infinità di gesti, discorsi, pensieri, sentimenti che hanno arricchito e caratterizzato la nostra giornata. E magari il criterio del “ti voglio bene” non ci ha permesso di fermarci un attimo per riposare o guardare in televisione il nostro programma preferito o andare al centro commerciale per comprare le scarpe appena arrivate per la nuova stagione.

Ma la croce cosa c’entra in tutto questo? Essere messo in croce era una condizione che lo stesso Gesù ha cercato fino all’ultimo di evitare. Ma la richiesta di Gesù: “Padre, allontana da me questo calice” non finisce così; Gesù infatti aggiunge “non la mia, ma la tua volontà si compia”.

Se il metro di misura dell’amore sono io, i miei sentimenti, i miei pensieri, sogni, posso stare certo che presto tutto questo verrà impregnato di egoismo, gelosia, sospetto, incomprensione…; perché l’amore sia vero accanto all’ ‘io’ deve comparire un ‘tu’. Allora non terrò conto solo dei miei sentimenti, o i miei pensieri o i miei sogni, ma anche e soprattutto dei TUOI pensieri, i TUOI sentimenti, i TUOI sogni.

Nell’amore io e tu diventano un NOI. Così la croce diventa “un giogo dolce e un carico leggero”. In quel noi lo Spirito di Gesù Risorto è presente per unire l’io e il tu in modo sempre più vero e profondo.

Allora sinonimo di amore per Dio è croce, ma il suo amore eterno e infinito è gioia, vita, luce, pace, risurrezione! Buona pasqua a tutti voi, carissimi.

Suor Cristina 

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