PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
Via Favana - Busto Arsizio


Anno 2008/2009
Numero 6 - marzo 2009

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LE MIE STORIE D'AMORE

Scommetto che chi mi ha assegnato il compito con questo titolo aveva l?atteggiamento dei farisei e dei sad-ducei che quel giorno si avvicinarono a Ges?per metterlo alla prova con un tranello: Vediamo come ci risponde. Ma io non sono scaltro come Ges? e quindi risponder?come mi detta il cuore, perch?ho davvero amato tanto, sperando di dare soddisfazione alla redazione del Tassello e di meritarmi almeno il sei meno per essere promosso.

Certo, l?amore! L?uomo non pu?fare a meno di amare, perch??creato per amore da un Dio che ?padre e che ha mandato suo Figlio per dirci che Dio ci ama.

     Abbiamo sotto gli occhi la scena di Ges?che lava i piedi dei discepoli: ecco, quello ?l?atto di amore pi?grande, pertanto anche il prete vive di amore, non pu?farne a meno.

Ma quale amore? C??un amore che ?finalizzato ad imitare il Creatore e si concretizza nell?amore coniugale, casto e fecondo, di un uomo e di una donna che nel sacramento del matrimonio ci hanno dato la vita, perch?potessimo lodare Dio per tutti i suoi benefici. Un nobile amore che Dio ha consacrato dicendo: Siate fecondi, moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela (Gen 1, 28). Rivolgiamo qui un pensiero riconoscente ai nostri genitori che ci hanno amato e donandoci la vita ci hanno fatto partecipi del grande amore di Dio.

     Ma c??un altro amore che si insublima in un amore pi?alto: ?l?amore verginale che sceglie il Creatore e non la creatura, che avendo scelto il Creatore si mette a servizio della creatura; quell?amore che dice a tutti: Badate che un giorno non ci sar?pi?n?marito n?moglie, ma saremo tutti come angeli davanti a Dio. E? l?amore consacrato che rende l?uomo testimone di ci?che saremo tutti.
 

Ecco, io ho scelto questo amore e per questo motivo non amo una sola donna, ma tutte le donne di questo mondo, come le ha amate Ges? Non ho disprezzato la donna, ma ho scelto la verginit? e scegliendo ho messo da parte la donna. Del resto come voi coniugati: scegliendo una donna ne avete scartate almeno cento.

     Sull?immagine della mia tonsura (allora si usava) ho scritto: Cercare Ges? trovarlo, svelarlo agli altri: c??uno scopo pi?bello per una vita? L?immagine rappresenta un bellissimo Ges?bambino biondo e ricciolino, con la sinistra tiene una piccola croce e con la destra punta il ditino e sembra che dica: Tu! Profezia?

Nel gergo popolare cristiano si dice che il prete sposa la Chiesa. Ecco, proprio l?ho praticato il mio amore come prete e soprattutto come parroco: ho sposato la Chiesa con le sue gioie e i suoi dolori. E qui potrei descrivere come ho amato, ma devo essere stringato se no la direzione mi censura.

Allora come ho amato?

     Mi vedo coadiutore ad Arnate, Parroco a Bedero Valtravaglia e a Verano Brianza.

Dopo l?ordinazione sacerdotale, nel 1954, e dopo un periodo di perfezionamento a Saronno, mi hanno assegnato alla Parrocchia di Arnate di Gallarate. Vi immaginate l?entusiasmo di un prete di 25 anni? Trovarsi con tanti ragazzi e giovani tutti per te. L?ho imparato cos??l?amore: sempre con loro, nella gioia e nel dolore. Ero il primo coadiutore in quella Parrocchia e quindi con tutto da inventare. Mi adoravano. Quando andavo a confessarmi dai Gesuiti all?Aloisianum, mi battevo il petto dicendo: Non son degno di tanto amore. Ma anch?io li amavo tanto.

     Poi un bel giorno del mese di marzo del 1958 il Card. Montini mi mand?Prevosto a Bedero Valtravaglia, con una antichissima basilica romanica del 1100. Il paese ? formato da tre frazioni. Avevo solo la lambretta, che chiamavano la tremenda per via del rumore che faceva e tutti si accorgevano quando mi spostavo. Ho amato quella Parrocchia per 14 anni, facendo una vita randagia giorno e notte. Pensate a un prete giovanissimo con la responsabilit?parrocchiale e decanale: gioie, entusiasmo, passione. Non avevo tempo di pensare ad altro che ai miei parrocchiani. Quante sgridate dalle mie sorelle che non andavano a letto se non ero rincasato, ed era sempre ad ore piccole.

Le belle avventure che mi fanno ancora gioire le racconter?un?altra volta, anche le birichinate.

     Nel 1971 improvvisamente il Card. Colombo mi ordin? Tu vai a Verano. E dov?? Cercalo sulla carta geografica. Nota coniugale: la chiesa di Bedero aveva mille anni, quella di Verano 35 anni. Cos??nato il detto: Bello lui, lascia la sposa vecchia per quella giovane. Un altro gli rispose: Mica stupido lui!

Ma quella sposa giovane aveva tanti problemi e, come capita spesso, anche a voi, occorre amare anche nella sofferenza, aspettando e creando l?occasione per tempi migliori. Qui il mio amore ?stato messo alla prova. Qui ho capito quanto dice san Paolo: L?amore ?magnanimo, benevolo, non invidioso, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, ecc?

E le occasioni sono arrivate tanto che ho amato quella Parrocchia per 36 anni e, se permettete, la amo ancora. Non ?che siano state rose e fiori. Come capita nell?amore vero, non quello rosa dei rotocalchi, ma quello di ogni famiglia, ci sono stati momenti difficili, tanto da venire la voglia di scappare. Ma l?amore vero sa sopportare e alla fine trionfa, e ho concluso bene il mio mandato e sono venuto qui.

Uno mi ha detto: Per?i preti predicano a noi di non divorziare e loro continuano a divorziare. No, ho risposto, non ?un divorziare quello del prete, ma una separazione sofferta con una ferita che si rimargina solo se si trova un altro amore. Perch?il prete sposa la Chiesa, quella universale, la comunit??solo una parte.

     E ora chi amo? Indovinate! Amo voi? senza dimenticare il primo amore che non si pu?scordare. Le mie ferite si sono rimarginate perch?qui ho trovato un altro amore: la comunit?di Madonna Regina.

Don Peppino

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