PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
Via Favana - Busto Arsizio


Anno 2008/2009
Numero 6 - marzo 2009

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La zitella

Certo che sconvolge l’amore che viene da Dio! Quello che passa attraverso le mani di chi dona la sua vita a Lui, è animato dalla gratuità che principalmente vuol essere per l’altro. Non ama qualcuno perché è degno del suo amore, ma ama tutti e ciascuno personalmente, indipendentemente dalle sue qualità. Ama il suo “prossimo”! Entrando nella realtà di tutti i giorni, com’è difficile amare così! Si parte con le buone intenzioni, ne sono certa! A parole teniamo conto di questo amore, ma con i fatti non sempre ce la facciamo. Lo dimostrano tante piccole situazioni che facilmente incrociamo durante la giornata. Se c’è dell’antipatia verso una persona, fatichiamo a relazionarci con lei, figuriamoci poi ad ascoltarla. Anche con le persone affabili che amiamo, a volte si percepisce che molti sanno “sentire”, ma ben pochi “ascoltare”! L’ascolto, quello vero, è infatti un’apertura della mente, ma soprattutto del cuore che riesce ad accoglie i sentimenti e le emozioni dell’interlocutore. Quante volte poi lasciamo che l’altro parli, si confidi con noi, eppure noi pensiamo ad altro e scivoliamo con lo sguardo sull’orologio, perché dobbiamo andare e abbiamo cose urgenti e sicuramente “più importanti” da fare! Quante volte l’ho visto fare e l’ho fatto. Ma così il dialogo si riduce ad uno sterile monologo che non da frutto!

O, ancor meglio, mentre parliamo, appena ci contraddicono, eccola lì che salta fuori la “vecchia zitella ”, anche in chi zitella non è, che aggressivamente si mostra orgogliosa con tutta la sua “acidità” rispondendo sgarbatamente all’amico, all’inquilino del piano di sotto,  al conoscente o peggio ancora alle persone più vicine. Come possiamo pretendere di migliorare il mondo puntando a orizzonti lontani se non riusciamo ad amare chi è vicino o intorno a noi.

Leggevo, che nel capitolo 13 della prima lettera ai Corinzi si contano ben 15 verbi. Sembra quasi che l’amore si possa contare in termini di azioni e che vuol dire sopratutto fare, tenendo comunque presente la fonte di questo Amore. Quindi siamo tutti invitati a far risuonare le parole dell’inno di carità di san Paolo, con la consapevolezza che “se non ho la carità, io sono un nulla”.

Se riuscissimo a mettere in pratica anche soltanto una minima parte di quell’amore che viene dall’Alto, traducendo tutto in atti concreti, superando i nostri egoismi con la pazienza, la bontà, l'altruismo, l'amore per la giustizia, l’amore per tutti, la maggior parte dei nostri problemi sarebbero risolti automaticamente e potremmo vivere più felici favorendo soprattutto la crescita interiore.

Antonella 

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