PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
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Anno 2008/2009
Numero 8 - giugno 2009

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Un saccobbello!

Così scriverebbe un adolescente in un sms a un amico per descrivere qualcosa di eccezionale che ha vissuto. Come a volte si sentono i ragazzi dire "èvvero", per indicare che davvero quello che stanno dicendo è la verità. A volte l’enfasi nel linguaggio dei giovani di oggi è data dal raddoppiare le lettere, vocali o consonanti che siano, all’interno di una parola.

Ma gli stessi adolescenti che scrivono così in un sms si ritrovano a studiare filosofi che parlano molto spesso di bellezza. Pensiamo a Platone: egli si chiede " perché una cosa è bella?". Egli continua dicendo che un naturalista risponderebbe a questa domanda, rifacendosi a elementi quali il colore, la figura, la forma di un oggetto. Platone invece afferma che per rispondere a questa domanda occorre ammettere l’esistenza dell’idea di bello. Egli infatti astrae il concetto di bello dall’oggetto che considera e crea così l’idea, la forma pura del bello in sé, che poi è applicabile all’oggetto reale.

L’idea diventa il punto di riferimento con il quale confrontare l’oggetto che si ha di fronte. La modernità nella quale ci si trova a vivere ha fatto scivolare l’attenzione dall’oggetto all’io. Non è più l’idea del bello a essere protagonista nella mentalità della gente: oggi vale di più il detto "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace".

Questo fenomeno è tipico di una società che esalta l’io, diventando quest’ultimo criterio di giudizio per ogni persona e ogni cosa.

In questi giorni è terminata la scuola per molti ragazzi. Questo è motivo di gioia, perché significa più tempo libero, meno libri, più amicizie, meno professori…che bello! Tutti direte! Ma alcuni ragazzi per festeggiare questo evento hanno acquistato spray, uova e farina e all’uscita della scuola si sono tutti imbrattati!

Se andassimo a intervistare questi ragazzi, direbbero che è stato bello! Ma vi assicuro che lo spettacolo non era dei migliori! Eppure questa è giudicata dagli stessi un’esperienza bella!

A questo punto anche a me viene spontaneo dire: per me è un "saccobbello" per esempio incontrare un amico che non vedevo da tempo e ritrovarmi a parlare con lui riprendendo il discorso da dove ci eravamo lasciati; iniziare la giornata, pur con la fatica della levata quotidiana, potendo sostare davanti a Gesù Eucaristia, colui al quale ho donato la mia vita; consolare una persona che si trova a vivere una situazione difficile…

C’è un divario enorme tra i modi di vivere esperienze giudicate belle da alcuni adolescenti e da noi adulti. Allora mi chiedo: è l’età che mi porta a considerare belle, esperienze che si differenziano notevolmente da quelle di alcuni adolescenti, o forse si è persa una categoria importante che va accostata a quella del bello? Il bello non può essere dissociato dal vero. Altrimenti l’associazione che si crea non è sempre vera: bellezza è ciò che piace. Non vi sembra?

Buona estate a tutti!

Suor Cristina

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