Parlare
di Lussuria nel 2009 è decisamente difficile. L’argomento è fuori moda ed è
stato ormai “sdoganato” dalla cosiddetta morale comune come cosa buona, sana
e giusta.
Anzi più sei lussurioso più sei considerato al passo con i tempi. Il vizio
non è esclusivo di qualche categoria di persone (ad es. i giovani) ma è
trasversale a tutti noi ed è notizia pubblica che, ad esempio, anche il
nostro primo ministro ne è stato colpito.
Ci troviamo quindi in un mondo che vede la Lussuria come un sano esercizio
della propria sessualità e come un’espressione di sé. Ammantando di gioiosa
giocosità ciò che in realtà è egoismo, cosificazione dell’altro (cioè
pensare che l’altro sia solo una “cosa” che mi procura piacere) e mancanza
di controllo di sé. Purtroppo, comunemente, si parla di Lussuria
(declinandola in perversione) solo quando gli eventi lussuriosi sono
palesemente violenti e arrecati a persone indifese.
Degli effetti non palesi (ma ugualmente importanti e dolorosi) di questa
vera “ingordigia sessuale” non ce se ne cura: proprio come hanno fatto
Cinzia e Piero. Lei è una bella ragazza biondo cenere, abita in centro,
figlia unica di famiglia più che benestante.
Lui abita nella profonda periferia, figlio di immigrati calabresi,
decisamente soprappeso.
Lei inizia l’ultimo anno di liceo, si veste sempre in modo semplice ma
elegante, cura il suo aspetto con attenzione ma senza ossessioni. Lui l’anno
scorso è stato bocciato e quest’anno inizia la quarta ed è un ragazzo
intelligente e perspicace.
La bocciatura è arrivata anche per via delle eccessive note e sospensioni
ricevute a causa delle numerose contestazioni in classe compreso qualche
insulto contro i prof..
Lui ha i pantaloni sempre calati sul fondoschiena (con mutande a vista) e il
cavallo basso: quando cammina sembra un pinguino. Lei ha una passione per le
principesse tanto che racconta di avere la stanza piena di principessine
sotto forma di lenzuola, tazze, poster, penne, astucci senza dimenticare i
film ed i cartoni animati.
Lui racconta di non stare mai in casa: esce spesso con la sua ragazza, gioca
a basket e, alla sera al parco con gli amici, non disdegna di farsi qualche
canna.
Lei dai 15 ai 17 anni (ora ne ha 18) ha avuto un ragazzo con qualche anno in
più di lei che ha lasciato dopo che per ripetute volte lui le ha detto: “non
posso uscire questa sera devo giocare alla playstation con mio fratello”.
Piero sta ormai da alcuni anni con Moira che ha 16 anni e racconta di come
si lascino e si rimettano insieme a cicli alterni non riuscendo ad essere
una coppia stabile litigando spesso.
Cinzia racconta che dopo la storia con il playstationaro non si fida più di
nessuno e pensa che gli uomini siano tutti o quasi “dei menomati mentali!
Escluso lei ovviamente prof...” e che quando troverà un ragazzo che le
piace “dovrà proprio conquistarsela la mia fiducia!”.
Piero
affonda le sue pene di amore nelle canne con gli amici al parco alla sera.
Sia Piero e sia Cinzia raccontano di aver avuto rapporti sessuali con il
rispettivo partner.
A modo loro stanno soffrendo per la loro ingordigia sessuale per quel “tutto
e subito” a cui hanno sacrificato parte della loro vita. Cinzia pensava
forse di aver trovato il suo Principe azzurro ma era solo un virtuale
“Prince of Persia” (chi gioca ai videogiochi sa a cosa faccio riferimento)
ed ha usato il malcapitato per cercare di coronare il suo sogno di diventare
una principessa.
Ora è uscita dal mondo delle favole con il morale a terra, dei forti sensi
di colpa ed un senso di sfiducia verso gli altri.
Piero ha trovato dove sfogare la sua foga sessuale ma è
deluso, non riesce a costruire un rapporto significativo e non trova una
soluzione ai problemi di coppia che, evidentemente, sono troppo grandi per
un ragazzo di 18 anni.
Qualche lettore starà pensando che comunque “è giusto così i ragazzi devono
fare le loro esperienze per poter crescere e se poi non è successo niente di
male...che male c’è ad essere un po’ lussuriosi?”. Può essere.
E’ così che la pensa la maggioranza della gente. Credo però che noi
cattolici dobbiamo dichiarare, anche a costo di sembrare fuori dalla
modernità, che è necessario educare i ragazzi alla continenza nella
sessualità cioè a saper gustare i doni che la vita ci fa’ (alla pari del
cibo, della ricchezza, della salute) senza farne strumento di
“cosificazione” dell’altro senza mirare sempre a raggiungere esclusivamente
il proprio piacere.
Sarebbe bello far loro comprendere che la sessualità non è un piatto di
ciliege da consumare velocemente ma è come un succo di frutta (scegliete voi
il gusto) che da’ sapore e profumo alle storie di amore dove l’altro è
sempre al primo posto.
Andrea
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