Pagina 2 - Il Tassello

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«
Gli dice Pilato: “Che cos’è la
verità?”. E detto questo uscì di nuo-
vo verso i Giudei
».
Ricordate il versetto? Siamo nel
Vangelo di Giovanni (18,38), quan-
do si racconta di Gesù di fronte a
Pilato. La densità e la drammaticità
del testo richiederebbero maggiori
approfondimenti. Una cosa, però, mi
ha sempre fatto riflettere e credo ri-
manga comunque enigmatica: come
mai Pilato non aspetta la risposta e
se ne va? Ma ancora di più: come
mai l’evangelista Giovanni mette in
evidenza questo particolare?
Non vorrei fare discorsi compli-
cati. Eppure credo che qui dietro ci
stia qualcosa di importante e forse
– di più – essenziale per il cristiane-
simo. Perché, in misura diversa, tutti
siamo interessati alla questione della
verità. Una questione che non neces-
sariamente si presenta “alla lettera”
nelle parole attribuite a Pilato («Che
cos’è la verità?»), ma in molteplici
formulazioni che pure esprimono an-
cora quella domanda: «Chi siamo?»;
«Dio esiste?»; «L’universo è illimita-
to»; «Esiste la vita dopo la morte?»;
e chissà quante altre ancora.
Come fare per rispondere a quelle
domande? Da dove si comincia?
Da più parti si sostiene che proprio
per dare risposta a quelle domande
sono nate le religioni. Sarebbe come
dire: le religioni servono proprio a
giungere alla meta.
E il punto di partenza è l’
altro
.
Pilato aveva di fronte l’
altro
che
era Gesù. Ce l’aveva lì, tutto per
sé. Se solo avesse voluto ascoltarlo,
avrebbe avuto la
verità tutta intera.
E invece se n’è
andato, preso da
altre cose.
Per questo esiste
la Chiesa: perché
senza
altri
ciascu-
no di noi può rischiare di pensare
che la ricerca di Dio sia tutto som-
mato quella di una realtà concettua-
le, di un’idea, di un principio, di una
cosa
, insomma.
E per questo esiste la Chiesa
con-
creta
, storica, che per noi si chiama
Parrocchia di Santa Maria Regina
di Busto Arsizio. Perché una Chie-
sa fatta di persone generiche, sen-
za volto né nome, non può essere
una Chiesa di
altri
, ma una Chiesa
astratta. E non è la stessa cosa.
Certo qualche intellettuale sor-
riderà al pensiero che la verità del
mondo e perfino dell’universo passi
da una denominazione così modesta.
Obiezione già sentita: «Da Nazaret
può mai venire qualcosa di buono?»
(Gv 1,46). Risponderei come Filippo
rispose a Natanaele, autore di quella
frase: «Vieni e vedi».
Infatti sono venuto da voi e ho ve-
duto.
AMadonna Regina ho toccato con
mano che la verità del mondo passa
dall’
altro
. Don Norberto mi ha fatto
toccare con mano tutto questo, già
con il suo stesso modo di porsi e di
annunciare il Vangelo: qualcuno si è
mai sentito “indottrinare”? Non cre-
do proprio.
L’annuncio evangelico passa
dall’ascolto reale, concretissimo,
delle persone, delle famiglie; ma
pure dalla lettura e della proposta
di persone diverse, vicine e lontane,
dalle loro culture e da libri di ogni
genere. Perché anche leggere è in-
contrare un altro; e perché ogni altro,
dare risposte “certe” a tutto ciò che,
ragionevolmente
, appare “incerto”.
Dunque anche il cristianesimo do-
vrebbe svolgere la medesima fun-
zione.
Mi sentirei di
dire che non vi è
nulla di più sba-
gliato.
«Che cos’è la
verità?» – doman-
da Pilato –, ma poi
se ne va. Appunto.
E non pare che Gesù lo trattenga.
Una cosa, invece, sembra chiara:
che in quella domanda c’è qualcosa
che non va.
Cosa? “Semplicemente”: che la
domanda è sbagliata.
E ogni domanda mal posta non
può avere risposta.
La domanda è sbagliata, perché la
verità non è una “cosa”: «Che
cosa
è la verità?», appunto, chiede Pilato.
Lo ripeto: non vorrei fare discorsi
complicati. Ma questa
cosa
dobbia-
mo dircela se, come credo, l’abbia-
mo capita. La ricerca della verità ini-
zia quando riconosco che il punto di
partenza è l’
altro
e non un concetto
o un’idea. Il punto di partenza non è
come il punto di arrivo, sia chiaro. E
magari ci metterò tutta la vita... anzi,
sicuramente tutta la vita non basterà
per scoprire la verità. Ma garantire
una buona partenza è importante per
“AMadonna Regina
ho toccato con mano
che la verità del mondo
passa dall’altro”