Pagina 11 - Il Tassello

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Il riposo e la ripresa
La sveglia alle cinque è sempre un pugno nello stomaco sia per andare a prendere un
aereo sia per prepararsi ad un appuntamento importante.
Nel nostro caso è stata valida la seconda ipotesi: l’appuntamento era alla messa
di Papa Francesco a Roma nella cappella di Santa Marta, alle sette della mattina,
l’occasione il ricordo dei venticinque anni di matrimonio.
Ma non tutto è stato così facile. Prima di arrivare alla meta, oltre ad ammirare una
Roma splendidamente deserta, devi mostrare per ben tre volte ai vari posti di controllo
la tua carta d’identità.
La sicurezza è importante e quindi si accetta di buon grado la prassi burocratica.
E poi ci si trova, con tutte le persone invitate, in una grande sala d’attesa. Il Papa
deve ancora arrivare.
In pochi minuti il cerimoniere cerca dei lettori e degli aspiranti chierichetti, il
fotografo e il cineoperatore sono pronti e allora la musica del canto d’inizio può
cominciare.
È un Papa Francesco austero, niente saluti e niente sorrisi quello che arriva.
La messa scorre via velocemente, nell’omelia il papa ricorda ai cardinali, ai vescovi e a
tutti i preti comuni di aumentare le ore di preghiera giornaliere, la preghiera non è mai
abbastanza e di ricordarsi, naturalmente, di pregare sempre anche per lui.
Prima delle sette e trenta la messa è finita, il papa come di consueto non ha
distribuito la comunione ma ha fatto fare “il lavoro” ai sacerdoti concelebranti.
Piccola sosta di preghiera e poi Francesco riceve gli ospiti in un’altra sala.
Dal Papa austero della messa ci si ritrova davanti al “solito” Francesco. Tutti hanno
un sorriso, una stretta di mano, una parola buona e c’è chi, chiedendo, ottiene anche un
abbraccio.
Un uomo vero, disponibile, cordiale che per quei momenti pubblici dimentica tutto il
carico delle sue responsabilità, delle critiche e dei problemi di ogni giorno.
Inevitabilmente tutto finisce. Il protocollo è incalzante, alle 7,50 tutti fuori!
Che cosa rimane di quest’esperienza? Innanzitutto quella di aver avuto la fortuna di
incontrarlo, stringergli la mano ed abbracciarlo, poi di aver respirato le atmosfere del
Vaticano, la sua magia, la sua grande bellezza. E poi la consapevolezza di aver avuto un
grande dono e di aver potuto vivere questo momento.
Un solo rammarico: papa Francesco si avvia per gli 83 anni e il tempo che passa gli
sarà nemico.
Preghiamo perché il Signore illumini ogni giorno della sua vita e che ancora per
tanti anni sia la nostra stella che brilla nei momenti in cui avremo poca luce.
Un incontro….un dono
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Giovanni