Pagina 14 - Il Tassello

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Il riposo e la ripresa
Notizie dalla Parrocchia: progetti di solidarietà
Suor Lucia
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al 2018 la Cascina Cattabreghetta ha la fortuna e la gioia di collaborare con
suor Lucia per il proprio progetto di Carità. Ecco la sua prima lettera:
“Ciao a tutti sono suor Lucia Cavallo missionaria dell’Immacolata-Pime e sono da
sette anni in Cameroun. Mi trovo nella parte nord del paese. Per chi non conosce la
geografia del Camerun, posso dirvi che c’è una grande differenza tra sud e nord del
paese. Per chi viene in Cameroun il sud è ricco di vegetazione e c’è più sviluppo e la
gente è per la più parte cristiana, magari non sono tutti cattolici, infatti ci sono molti
protestanti e alcune sette. Il nord invece è arido e secco. La terra non produce molto
perché la pioggia è rara e non ci sono strutture, la gente vive del lavoro dei campi, ma
a volte se manca pioggia manca il raccolto e il cibo per la sussistenza.
La popolazione dominante è musulmana e convive bene con il resto della gente:
cristiani cattolici e non. Mi trovo in un villaggio all’interno che dista due ore di
macchina dalla prima città con una strada sterrata da percorrere. Sono arrivata in
questo villaggio, Bibemi, nel 2012 e mi sono occupata della pastorale giovanile come
ho sempre fatto in Italia. Poi mi hanno chiesto di spostarmi in un altro villaggio dove
ho gestito un centro per ragazze che non erano mai andate a scuola, sempre con i
giovani ma in questo caso con la scoperta del mondo femminile.
Dal 2017 mi è stato chiesto di ritornare a Bibemi e riprendere la pastorale giovanile
e portare un nuovo entusiasmo tra i giovani che sempre di più si allontanano dalla
parrocchia per andare a cercare altro come alcool e droga.
Il mondo dei giovani è in crisi anche in questa parte del mondo. Da qualche anno
la globalizzazione è arrivata prepotente non solo in città, ma anche nei villaggi e
questo ha creato rottura con il passato. I giovani vogliono andare in città a cercare
fortuna e poi si ritrovano per strada e senza lavoro. Chi resta al villaggio sogna in
grande ma si ritrova con l’unica possibilità che è il lavoro dei campi. I genitori vivono
ancora ancorati alla tradizione e i giovani cercano la novità e un mondo diverso
più occidentale. C’è una rottura, cosa fare? Come chiesa e famiglia di Dio ci siamo
interrogati e abbiamo capito che dobbiamo cercare di restare vicino ai giovani perchè
sono il futuro e loro costruiranno l’avvenire come dice Papa Francesco. Hanno
grandi sogni e dobbiamo ascoltarli e aiutarli a fare scelte per la loro vita. Possiamo
e dobbiamo essere quel ponte tra la tradizione e la globalizzazione, tra la famiglia e
la società. Pensiamo che se in parrocchia trovano un luogo di accoglienza, ascolto e
amicizia potranno allora fare scelte ponderate e non entrare in giri di alcool e droga
che il mondo esteriore propone come soddisfazione, immediata ma irreale.
In questo anno ho iniziato con le partite di calcio e con l’acquisto di divise sportive
per fare un torneo parrocchiale. Abbiamo proiettato film educativi con il proiettore
che abbiamo comprato; pensavamo di allestire una sala con una televisione, computer
e stampante per un centro aggregativo. Insomma il nostro obiettivo è iniziare come in
oratorio da noi perché i giovani si sentano accolti e a casa.