Pagina 15 - Il Tassello

Versione HTML di base

15
E il verbo si fece carne
Il bue e l’asino
Q
uella notte, quella speciale, unica, la notte
in cui nacque il nostro Signore, la notte di
Natale, oltre a Maria e Giuseppe c’erano,
secondo la tradizione, due animali in quella grotta,
un asino e un bue.
Di loro però non si parla nei Vangeli, eppure
da sempre compaiono nei nostri presepi; già San
Francesco, l’ideatore del presepe, pare che disse ad
un suo amico «Vorrei rappresentare il Bambino nato
a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è
trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una
greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello», pertanto già a quei tempi
la tradizione popolare vedeva il nascituro Gesù tra il bue e l’asino, essi sono infatti
già citati nell’Antico Testamento, è il profeta Isaia a nominarli: “il bue conosce il
proprietario e l’asino la greppia del padrone; ma Israele non conosce e il mio popolo
non comprende” e così come ci ricorda il papa emerito Benedetto XVI in un suo
bellissimo libro: “I padri della Chiesa videro in queste parole una profezia che fa
riferimento al nuovo popolo di Dio, alla Chiesa composta di giudei e pagani. Davanti
a Dio tutti gli uomini, giudei e pagani, erano come buoi ed asini, privi di intelligenza e
conoscenza. Ma il Bambino nella mangiatoia ha aperto loro gli occhi, cosicché ora essi
riconoscono la voce del proprietario, la voce del loro Signore”.
Bue e asino dunque, due animali semplici, uno usato per i lavori nei campi e uno
da soma, due animali comuni ai tempi, insieme alle pecore anch’esse nel presepe,
che hanno visto e partecipato a questo evento anzi, a questo EVENTO unico e
irripetibile.
In realtà questi due animali sono lì per rimproverarci, nella scrittura molte volte gli
animali riconoscono la presenza di Dio prima degli uomini e degli stessi Profeti: gli
animali, il bue, l’asino, le pecore riconoscono il Creatore, noi no!
Inoltre, vengono sempre rappresentati prostrati a Gesù, perché
con il loro alito scaldano il piccolo Redentore, ma in realtà sono
in quella posizione anche perché dimostrano la loro inferiorità e
si piegano in adorazione a Gesù.
Impariamo a osservare i segni che la tradizione ci ha
tramandato, entriamo nel Presepe anche noi, in adorazione al
Signore che viene e prostriamoci a Lui come anche il bue e
l’asino, nella loro semplicità, hanno saputo fare.
Buon Natale
Luca
Rubriche: dalla parte della Natura