PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
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Anno 2001
Numero 7 - Maggio 2001

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AI PIEDI DELLA CROCE, LA SPERANZA

Sabato santo, secondo giorno del Triduo pasquale: ?il momento del silenzio, dell'adorazione personale alla croce di Ges? E' un viavai di gente che si avvicina per il tradizionale bacio al crocifisso che al centro della chiesa; alcuni scrivono una loro preghiera e la lasciano in un'urna ai piedi della croce. Lo faccio anch'io e, mentre mi avvicino alla scatola, penso con benevolenza alle preghiere che altri hanno lasciato prima di me o che si uniranno dopo Non so bene come, ma ho avuto questo privilegio: ho tra le mani le preghiere lasciate ai piedi della croce e mi accingo con rispetto ed emozione a leggerle attentamente ad una ad una. Sfogliandole mi attirano subito quelle di alcuni bambini: sono scritte in stampato maiuscolo, con grafia un po' impacciata. Sono cos?fresche nella loro ingenuit?

Ges?aiutami a prepararmi per la mia prima comunione.
Proteggi la mia famiglia, me e tutti quelli che mi conoscono. Io cerco di essere come te, ma quando comincio, qualche volta mi scappa qualche peccato e allora devo ricominciare, Con affetto.

Poi noto gli scritti di persone anziane: capisco che lo sono perch?la grafia si fa incerta. Un po' tremolante. Parlano di sofferenza, chiedono l'aiuto del Signore per essere capaci di portare la loro croce e domandano la sua intercessione per le persone care, figli, nipoti, parenti in difficolt? quante esperienze di vita in quegli scritti incerti, quante lezioni di dignit?far quelle righe? Una quasi mi commuove, cos?semplice e diretta:

O Ges?fa' che diventi pi?buona e aiuta i miei figlioli.
Signore, ogni volta la tua morte mi stupisce e mi colpisce. Mi stupisce la tua umanit?e mi colpisce la tua "apparente impotenza" sul legno della croce. Da quella croce hai gridato il tuo amore per gli uomini. Hai gridato il tuo amore anche a me? quante volte io non ho ascoltato eppure tu continui ad amarmi. Una sola cosa posso dire: Grazie.

Quanti "grazie" ai piedi della croce! Ai piedi della croce si prega per tutti: si ricordano le sofferenze dei malati, il calvario dei popoli oppressi, l'inquietudine dei giovani. Davanti a quell'uomo crocifisso si domanda una fede pi?matura, si chiese la pace del cuore, si invoca l'aiuto dello Spirito per scoprire il suo volto nei fratelli. Tra le tante preghiere, una davvero mi colpisce:

La mia ?una richiesta. Vorrei confessarmi - ma non ci riesco - perch?riuscir?a dirlo ad un sacerdote?

Voglio pensare che questo sia gi?accaduto, che la forza della Croce abbia compiuto il miracolo. Voglio credere che il terremoto del Terzo giorno abbia fatto rotolare via anche questa pietra da un cuore sofferente. E' il mistero della Croce, luogo di dolore, che il Terzo giorno diventa mistero di Resurrezione e di gioia. Le catene si devono spezzare, le tombe si devono scoperchiare, aria nuova, Spirito di Vita, deve entrare nel nostro cuore: "Non ricordate pi?le cose passate, ecco faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprir?nel deserto una strada, immetter?fiumi nella steppa". Abbiamo un Padre nei cieli che ha spostato il macigno dal sepolcro di suo figlio, per strapparlo alla morte e riportarlo, vivo, accanto a Lui, da sempre Vita: non si dimenticher?di noi! Abbiamo un fratello Cristo che, folle d'amore e di dispiacere per il dialogo interrotto nel giardino di Eden, ?venuto a cercarci nella nostra carne sofferente. Non ha potuto condividere con noi il peccato, ma ?sceso agli inferi per essere vicino ad ogni uomo nella sua miseria, nel suo peccato e potergli spalancare poi la via verso il cielo. Come non sentire il cuore aprirsi alla gioia?

Luisa

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