Anno 2001
Numero 4 - Gennaio 2001
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UNA CACCIA AL TESORO
Quando viaggio nella metropolitana di Milano mi
capita di guardare le persone che sono sulla mia stessa carrozza o che si muovono velocemente sulle scale. Vedo
persone che si spostano per lavoro, per lo studio e per mille altre necessit? I volti esprimono, il pi?delle
volte, stanchezza e preoccupazione. Mi chiedo cosa pensano, cosa hanno in mente. Immagino le loro case, le loro
famiglie, i loro affetti, il loro tempo libero. Subito penso a quello che si ?detto del giubileo a proposito dei
numeri: milioni e milioni di persone andate a Roma; la grande affluenza di giovani alla Giornata Mondiale della
Giovent?
Mi viene allora da chiedere: "Ma dove sono tutti?".
Tra i volti che corrono faccio fatica a vedere gente che attraversa la porta santa, che si confessa, che ascolta
il Papa. Faccio fatica a veder giovani accaldati che pregano o sventolano le loro bandiere. Sembra proprio che
tutto sia scomparso, dissolto nella massa; sembra che i numeri, cos?esaltati dalla grande stampa come evento
dell'anno, non abbiano alcun valore. Immagino, contemporaneamente, anche un giovane che, guardandomi con la mia
giacca a vento e con il cappello, si chieda la stessa cosa, senza sapere di stare davanti ad un sacerdote. E poi
immagino un altro che, poco pi?in l? pensi la stessa cosa del giovane e di me, e cos?via. Strani
ragionamenti che si possano fare in metropolitana prima di arrivare alla stazione di san Babila!
Non si riesce a notare tutto il mondo di bene nella grande massa di persone che si muove, ogni ora, in una grande
citt? Questa sensazione lascia un po? la bocca amara, insinuando la tentazione: "Se non cambia nulla;
cosa serve?". Come associazione di idee ricordo quando si giocava alla caccia al tesoro e dovevi stare
attento a tutti gli indizi per trovare quel foglio che ti portava alla tappa successiva. Non sapevi dov'era il
tesoro e neppure di che cosa si trattava. Ancora adesso quando si gioca con i ragazzi, subito ti dicono: "Ma
non c'?nulla, abbiamo guardato bene", mentre si infilano nei posti pi?impensati. Eppure il biglietto
c'? l'indizio parla chiaro, non bisogna stancarsi di guardare attorno e prestare attenzione.
E difficile in metropolitana vedere l'indizio dei figli di Dio tra la folla. Certi comportamenti e certe facce ti
fanno ripetere: "Ma qui non c'?proprio nulla!". Ti vengono tanti dubbi circa il fatto che Dio possa
voler bene a quei capelli rasati, a quella donna truccata, a quel tale appena uscito dalla boutique, a quei
ragazzi attaccati al telefonino o a quei due che continuano a baciarsi. Mistero di quel Dio che si nasconde bene
tra la gente, tra le storie delle persone, come quel biglietto del gioco che non si trova mai.
E mentre questo pensiero mi rincuora, tengo conto
di quel disagio e di quei dubbi che segnalavo prima.Provo a dirlo, la mattina dopo, quando mi ritrovo da solo in
chiesa e immagino il buon Dio che, oltre a ricordarmi le regole di una buona caccia al tesoro, continua a
nascondere gli indizi tra la folla.
Don Norberto
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