PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
Via Favana - Busto Arsizio
Telefono 0331-631690

 

L'atteggiamento corretto da assumere quando si pratica l'ascolto attivo è diametralmente opposto a ciò che caratterizza quello che tradizionalmente viene considerato un buon osservatore: impassibile, "neutrale", sicuro di sé, incurante delle proprie emozioni e teso a nascondere e ignorare le proprie reazioni a quanto ascolta.
Al contrario, se vogliamo entrare nella giusta ottica, dobbiamo imparare
qualcosa di nuovo e sorprendente, che ci "spiazza" dalle nostre certezze e dunque che ci consente di dialogare.
Questo significa che si deve essere disponibili a sentirsi "goffi", a riconoscere che si fa fatica a comprendere ciò che l'altro sta dicendo: in questo modo si stabiliscono rapporti di riconoscimento, rispetto e apprendimento reciproco che sono la condizione per affrontare congiuntamente e creativamente il problema.
È la rinuncia all'arroganza dell'uomo-che-sa e l'accettazione della vulnerabilità, ma anche l'allegria della persona-che-impara, che cresce, che cambia con gli altri invece che contro gli altri.
Nella comunicazione intra-culturale molto spesso hanno ragione entrambi gli interlocutori, e al tempo stesso "non possono aver ragione entrambi" perché non si capiscono fra loro. Il riconoscerlo è un indice di saggezza.
Il dialogo fra culture diverse non riguarda in primo luogo i comportamenti, ma abitudini percettive-valutative profondamente interiorizzate e difficili da cambiare: le cornici culturali.

Quando ci muoviamo entro un "sistema semplice" (cornici condivise, stesse premesse date per scontate) ci si comprende in modo diretto e immediato, ma quando il sistema di cui siamo parte è "complesso" (caratterizzato dalla comunicazione fra cornici diverse, premesse diverse), è più difficile parlare la stessa lingua e capirsi, e diventa fondamentale utilizzare l'ascolto attivo che considera l'osservatore parte integrante del contesto osservato.
Sempre più spesso con il diversificarsi della nostra società, l'ascolto attivo diventa una competenza di base,

(Continua a pagina 7)

L'osservazione partecipante è uno tra i metodi più classici e rappresentativi della ricerca in antropologia e in sociologia.
Si tratta di una
strategia complessa e si basa su alcune caratteristiche fondamentali:

  1. il ricercatore instaura un rapporto diretto con gli attori sociali;
  2. soggiornando per un periodo prolungato (da due mesi a diversi anni);
  3. nel loro ambiente naturale;
  4. con lo scopo di osservarne e descriverne i comportamenti;
  5. interagendo e partecipando ai loro cerimoniali e rituali quotidiani;
  6. imparandone il codice (o almeno parti di esso) al fine di comprendere il significato delle loro azioni.

Gobo G., Descrivere il mondo. Teoria e pratica del metodo etnografico in sociologia, Carocci editore, Roma, 2001.

L'Ascolto Attivo

Se vuoi comprendere quello che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva.

Questa è una  delle Sette regole dell'arte di ascoltare (Sclavi, 2002), ed è quella che più immediatamente rende l'idea di cosa si intende per ascolto attivo.
L'ascolto attivo implica un movimento positivo verso l'altro, il passaggio cioè da un atteggiamento del tipo "giusto-sbagliato", "io ho ragione-tu hai torto", "amico-nemico" ad un altro in cui si assume che l'interlocutore è intelligente e che dunque bisogna mettersi nelle condizioni di capire come mai comportamenti e azioni che ci sembrano irragionevoli, per lui sono totalmente ragionevoli e razionali.

Indice
indice
Indietro
indietro
avanti.gif
avanti
Sito ottimizzato per Internet Explorer 4+ 1024x768
Redazione Web: don Sergio, Achille, Dario

Gli accessi al sito