Anno 2000
Numero 6 - Aprile 2000
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LA MUSICA IN SETTE NOTE
Come fanno certi musicisti a comporre le loro
musiche con solo sette notte? Come fa uno scrittore a comunicare i suoi sentimenti con una tastiere del computer
che è identica a tante altre?
Sono cose che ci chiediamo quando siamo davanti ad una opera d’arte: ma come avrà fatto l’artista? Eppure
bastava mettere le note in una certa sequenza e il pezzo sarebbe venuto alla luce. Lo capiamo dopo, a lavoro
finito. Era qualcosa di fortemente interiore a generare cose belle con… solo sette note.
Questo qualcosa di grande che abbiamo dentro ha bisogno di fuoruscire perché vi veda, si riconosca. Tutti
desideriamo compiere qualche cosa di grande e originale, che sia "nostro". Nulla di strano, nulla di
strepitoso, ma opere che abbiano dentro la singolarità di ognuno. Gli esempi, pronti a dire che esistono tra
ragazzi, grandi, giovani, anziani un numero elevato di artisti, capaci di produrre delle bellezze pur nei
limiti... di sette note, sono molti. Limiti che sono dati dall’età, dalla salute, dalle doti umane, dalle
condizioni economiche.
Anche il famoso falegname di Nazaret sapeva fare il suo lavoro da artigiano. Ancor più sapeva tirare fuori cose
profonde guardando un campo di grano o un pescatore che riassettava le reti; sapeva raccontare cose mentre con i
suoi amici era in una casa a mangiare o mentre tanta gente lo stava ad ascoltare sulle rive di un lago. Ma come
faceva a dire cose che poi sono hanno passato i secoli? Anche lui, da buon musicista, possedeva una carica
interiore (qualcuno diceva "divina"), capace di produrre gesti e parole eterne. Uscire poi da un tomba,
il terzo giorno, è stato un gesto di alto livello artistico, forse perché una carica di amore così divina, non
poteva che produrre una cosa così grande e bella.
E’ vero che l’intuizione artistica è naturale, ma è anche vero che ci vogliono delle condizioni perché la
genialità di ognuno venga custodita. Purtroppo molti artisti nella storia hanno annegato nell’alcool o nella
droga la loro ricchezza, lasciando incompiuta una vita promettente. Anche la vita spirituale va curata, proprio
perché la dignità divina che abbiamo non venga dispersa: sarebbe un peccato! Questo mese di aprile, con la
Pasqua, è un esempio pratico per imparare da un esperto di vita divina, come si possa mettere a frutto il proprio
talento.
E quando il talento che abbiamo è divino, l’opera d’arte che potrà nascere sarà... originale e divina.
Don Norberto
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