Anno 2000
Numero 6 - Aprile 2000
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UNA STRANA CORSIA
Pensare che il medico di base abbia una sua
corsia, come quella dell’ospedale, è un po’ strano, ma ritengo lavorando di fantasia che il nostro
peregrinare da un paziente all’altro si possa paragonare al giro della corsia dei colleghi ospedalieri. Spero
proprio che non si sentano offesi o usurpati di una loro prerogativa, ma mi piace sentirmi simile a loro,
percorrere questa corsia dai confini più ampi, dilatati, popolata da persone malate ,che vivono tra le loro mura,
nel loro ambiente familiare; è davvero una strana corsia, ma non trovo altro termine più adatto per definirla.
Quando la percorro non solo mi capita di essere rapito dallo spettacolo delle montagne (che fortuna rispetto ai
colleghi ospedalieri!) ma spesso succede di imbattermi in persone che, per il loro ruolo e la ricorrenza quasi
giornaliera con cui le incontro, diventano per me dei personaggi tipici: mi riferisco al postino, all’operatore
ecologico, al letturista del gas, al panettiere, al ragazzo che distribuisce i volantini, all’extracomunitario
fermo al semaforo.
Il postino è un giovane prestante, dal fisico atletico, sempre in bicicletta opportunamente attrezzata, con l’hobby,
guarda caso, del ciclismo, che coltiva appassionatamente con la sua bici da corsa professionale. Quando lo vedo
svettare veloce sui pedali della carretta d’ordinanza temo per Pantani allorchè il nostro postino inforcherà
la bici da professionista.
L’operatore ecologico è invece motorizzato, un furgoncino attrezzato per la raccolta dei rifiuti; la guida
agile, scattante, esperta, lo conduce anche nelle stradine più anguste con sicurezza. Quante volte incrociandoci
ci siamo scambiati la precedenza, quasi ci fosse tra noi un’intesa su chi abbia più fretta e quindi diritto a
transitare per primo.
Il letturista del gas, rigorosamente in divisa blu, molto elegante, munito di uno speciale apparecchio
elettronico, assume un’aria tutta professionale quando si avvicina al contatore e compie la misurazione; essendo
anche mio paziente, tra una lettura e l’altra, se mi incontra, non esita a scroccarmi simpaticamente qualche
consiglio medico.
Il panettiere è un mio caro amico; vederlo al volante della sua Panda è uno spettacolo da non perdere: quasi
sempre in maglietta a maniche corte, spesso anche in inverno, probabilmente assorbe come una spugna il calore del
suo forno, i sacchetti del pane da consegnare che traboccano nell’abitacolo stipato fino all’inverosimile, lo
scatto velocissimo per depositare il sacchetto, così rapido che la Panda sembra quasi non fermarsi. La
"rossa" di Maranello al confronto potrebbe impallidire .
Il ragazzo che fa volantinaggio è un tipo che ho scoperto quasi per caso; infatti un giorno, mentre mi accingevo
ad entrare in un cortile, davanti a me ho notato uno dalla capigliatura punk, l’abbigliamento metal, che si
dinoccolava e muoveva la testa ritmicamente, ma altrettanto misteriosamente; superatolo ho trovato la spiegazione
del mistero: due microscopici auricolari, infilati nelle orecchie già appesantite da numerosi orecchini,
collegate ad un walk-man, gli "sciroppavano" una musica demenziale. Costui è un personaggio che tu
incontri, ma che non ti incontra perché immerso nel suo mondo, anestetizzato da ogni contatto: canticchia, balla,
consegna come un automa i volantini, insomma è l’archetipo del fai da te.
Infine il ragazzo macedone fermo al semaforo: ti si avvicina sorridendo chiedendoti come va prima ancora di
allungare il piattino per l’elemosina; è forse il personaggio che ti inquieta e che vorresti evitare, non tanto
per la piccola offerta rilasciata, quanto perché interroga la coscienza sulle ingiustizie che dominano nel mondo.
Ed è allora che, su questa strana corsia, ciascuno di noi può diventare medico di questo mondo malato ascoltando
la propria coscienza e rimboccandosi le maniche.
Alessandro B.
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