Anno 2001
Numero 1 - Settembre 2000
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IL SEGRETO DI "CASA MARIA"
L?utilit?di avere un?automobile poco
ingombrante, si apprezza quando devo percorrere alcune stradine laterali della via Lonate. dove magari sorge un
cantiere edile e ti tocca fare "il pelo" alla bittumiera o alla scavatrice che morde minacciosamente la
terra.
Transitando pi?volte per una di queste, dove appunto fervono questi lavori di costruzione, ho vissuto in maniera
simpatica le varie tappe che portano al sorgere di un condominio: dapprima gli scavi, un frenetico andirivieni di
camion che trasportano la terra delle fondamenta, poi l?eleganza e la solidit?del cemento armato che
costituisce lo scheletro portante, poi i muri riempiti di tanti mattoni, come cellule che vanno a plasmare un
corpo che cresce e si sviluppa sempre di pi?(qui c??la deformazione professionale) e di seguito tutti i
lavori di rifinitura affidati ad una ?uipe di lavoratori specializzati (idraulici, fabbri, falegnami) che
consegnano un?opera bene rifinita e gradevole da vedere. Mi viene alla memoria mio padre, che era geometra,
appassionato del suo lavoro, sempre presente sul cantiere, che provava una profonda soddisfazione nel vedere
realizzato un progetto, spesso molto impegnativo, con la collaborazione degli operai dell?impresa. Questo ?un
bel ricordo di mio padre, perch?ho imparato che una gioia ?pi?vera se condivisa con gli altri.
Anche se questa stradina ?breve, col pensiero si percorrono chilometri di ricordi, ed eccomi di fronte a
"casa Maria".
Proprio cos? sul pilastro del cancello, dove abita il mio "giovane paziente novantunenne" ?
incastonata una piccola ceramica, raffigurante un cancello di ferro battuto che si dischiude su un viale alberato,
quello di "casa Maria" immagino, come dice la scritta a colori tenui ma naturali, un buon senso della
prospettiva e della profondit?(sic! si sente che ho studiato storia dell?arte!).
La casa ?quella di una volta, senza viale alberato, c??invece un cortile che immette su un giardino
coltivato ad alberi di frutta; "casa Maria" ?disposta a due piani, la parte a giorno sotto, quelle
notte sopra, tutto come una volta, proprio come era casa mia? Sapore d?altri tempi che comunque non sfigura
con la realt?del condominio, appena sorto l?vicino. E? questione di gusti, di abitudini, di modo di vivere;
per lui, il mio paziente, sono gi?passate molte stagioni della sua vita, dapprima accanto alla amata moglie,
(figura esile e discreta, esempio per tutti, ma soprattutto per me, come medico, di una persona che ha vissuto ed
accettato dignitosamente la sua malattia, con tutto il fardello delle sofferenze), ormai scomparsa da pochi anni,
ma non nel ricordo e nel cuore, ora con la figlia molto premurosa ed attenta nei suoi confronti, con la quale si
?instaurata una simpatica convivenza fatta di piccole e bonarie incomprensioni e tanti momenti intensi.
Infatti un tipo dinamico come lui, a quella et? ?difficile da controllare, come un puledro che scalpita, un
adolescente alla ricerca nella sua ribellione; tutta la sua persona sprizza vitalit? a partire dai suoi occhi
chiari, mobili, vivaci che ringiovaniscono di pi?il suo viso, quello di un bell?uomo, fino ai suoi baffetti
bianchi e radi che incorniciano un sorriso sempre pronto e gratuito.
Spesso, quando lo vado a trovare, mi viene incontro ad aprire il cancello, vestendo un grembiule da cucina e
subito, scusandosi, mi fa accomodare nel locale cucina, dove era attivamente impegnato a lavare i piatti che si
intravedono nella montagna di schiuma che emerge dal lavandino.
Questo piccolo episodio testimonia la sferzata di vita che ricevo andando in quella casa, ?meglio che bene un
"Cynar" contro il logorio della vita moderna, che non sembra scalfire o preoccupare il mio paziente; lui
sa come gestire la propria vita, vivendola con semplicit?e molta buona volont? tanto da superare
brillantemente anche problemi di salute. Che sia questo il segreto di "casa Maria"?
Una cosa ?certa, se ami la vita, la vita non muore. E forse ?gi?l?inizio dell?eternit?
Sandro
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