Anno 2001
Numero 8 - Giugno 2001
|
WELCOME TO SEATTLE
Questa volta parler?di un altro argomento per
cui essere orgogliosi del nostro mirabile paese, che ?meraviglioso geograficamente e artisticamente, ma funziona
come un paese del Terzo mondo. Mi riferisco alla giustizia. Per il nostro Stato, ?chiaro che se uccidi una
persona, ma sei minorenne, dopo due anni in una comunit?gestita da bravissima gente e se ti comporti bene, non
ti succeder?nulla.
Se la giustizia italiana funziona cos? non f?
altro che fomentare la delinquenza giovanile (ma anche non) e insegnare ai ragazzi che la vita delle altre persone
non conta niente, che la propria ?una cosa dovuta e scontata, che si pu?vivere senza regole n?legali n?
morali. Si ?arrivati al punto che non si ha pi?rispetto per i genitori e per la famiglia, senza considerare
che c'?chi, anche suo malgrado, dei genitori e della famiglia ha sempre bisogno. Se in Italia la giustizia
perdona questi comportamenti non so a che punto si arriver? Non si va in galera per l'uccisione di una persona e
ci si indigna del tentato omicidio di un motorino a San Siro.
Non capisco perch?nei processi, anche quando la
capacit?d?intendere e di volere ?palese, si concedano le perizie psichiatriche. Innanzitutto, ed ?un mio
modestissimo parere, una persona in un'ora non pu?in nessun modo capire quello che si muove nella testa di
un'altra persona, meno ancora un matto pu?capire un altro matto, o presunto tale. Bisognebbe fare come in
America: galera a prescindere dall'et?e dall'ambiente in cui si vive. Per concludere dico che in Italia con i
delinquenti si deve essere un po' meno comprensivi e molto pi?duri in determinati casi.
Matteo
|