Anno 2002
Numero 3 - Dicembre 2001
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CI SARA? LA NEVE A NATALE ?
Lo scorso anno, alla vigilia di Natale, inizi?a
nevicare. Tutti ricordano la bellezza di quell'evento naturale o, magari, la difficolt?di muoversi per andare
alla chiesa o al pranzo con i parenti. Di neve ne venne molta e il Natale risult?perfetto: c'era tutta
l'atmosfera con i colori e le musiche. Un'atmosfera che cerchiamo tra le scatole dei nostri presepi e dei nostri
alberi, forse perch?non possiamo perdere quei ricordi del passato, dimenticare le persone a cui siamo legati,
annullare una parte viva di noi. E poi era il Natale del Duemila e? scendeva la neve! Una magia del Natale ?
quella di attutire anche il freddo della neve o il disagio di camminare sui marciapiedi.
Eppure, non si sta bene al freddo, non si riesce a
dormire, non si riesce a scaldare i piedi neanche muovendosi, manca il fiato dopo aver soffiato inutilmente sulla
punta delle dita. Mentre scrivo ?tardi e, se anche la caldaia ?spenta, la casa trattiene il calore che mi
permette di stare con il solo maglione. Mi vengono alla mente le lunghe sequenze di un film da poco visto (Il
tempo dei cavalli ubriachi), ambientate tra la popolazione curda dove la neve e il freddo segnavano la fatica di
un ragazzo nel tentativo di guadagnare soldi per portare all'ospedale il fratello handicappato, bisognoso di una
operazione chirurgica. Come sempre dove il freddo e il gelo sono forti si intravede una notevole capacit?di
resistenza e di lotta. Dove bisogna combattere contro le avversit?della vita viene fuori una grande capacit?di
bene e di amore che colpisce, come se la natura mostrasse le sue ricchezze.
Quando penso che l'uomo ?stato fatto ad immagine
di Dio non riesco ad usare le immagini del "Mulino Bianco", dove tutto ?bello e sorridente, pulito e
semplice. Mi ?pi?facile osservare i gesti compiuti nella povert? nella malattia, nel susseguirsi dei guai
che, come tutti sanno, "non vengono mai da soli". Penso che venga fuori in quelle circostanze il volto
pi?bello del divino che ?presente in ogni uomo. Penso proprio che Dio abbia le sembianze di quel vecchio, di
quel ragazzo povero, di quel padre che sgobba da mattina a sera, di quella donna che non sa pi?a che santo
votarsi, di quel giovane che non riesce ad uscire dal suo male. Penso alle rughe, alle lacrime, alle imprecazioni,
alle umiliazioni e capisco che sono anche quelle "cose divine", segni di una impronta che Dio ha messo
nell'anima di ogni essere umano. Una immagine di Dio bella anche se non ?passata dall'estetista o dalla
parrucchiera o non si ?modellata in palestra o in una scuola di ballo.
Non ?facile sentire il freddo a Natale perch?il
clima della festa lo attutisce o lo fa addirittura rientrare nella scena teatrale perch?che Natale sarebbe
senza il freddo e il gelo della capanna? Mi domando allora dove finisce la poesia e inizia la realt? Non ?che
la vera poesia di Natale la si recita proprio al freddo di situazioni gravi e pesanti? Il pensiero di Betlemme ci
porta ai nostri presepi e va bene cos?ed ?necessario che sia cos? eppure a Betlemme faceva freddo come fa
freddo anche adesso: dove la pace ?fredda come la guerra, dove la sacra famiglia deve ancora fuggire per non
essere uccisa dai terroristi, figli dell'Erode di tutti i tempi.
Mi piacerebbe che ci fosse la neve a Natale per
poter giocare con i bambini e vedere lo spettacolo suggestivo di un mondo che si copre di bianco. La neve
rallegrer?cos?i nostri giorni di festa e di riposo. Vorrei anche arrivare a quelle persone che vivono fredde
situazioni dove non c'?spazio per la poesia. Vorrei arrivare in quei luoghi e prendere, se ne sono capace, un
po' di quel freddo per rimandare in cambio il tepore di una amicizia e di un affetto. Chiss?se a Natale,
quest'anno, ci sar?la neve!
Don Norberto
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