Anno 2003
Numero 7 - Maggio 2003
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L'ABITO NON FA IL MONACO
Non pi?tardi di qualche settimana fa, durante
l'inizio dell'ambulatorio, mi ?capitato di sentire un brusio insolito in sala d'aspetto, ravvivato da
commenti verbali, che non sono riuscito a comprendere.
La mia curiosit??stata subito appagata,
quando nel mio studio si ?accomodato per primo un "informatore scientifico", volgarmente denominato
"viaggiatore" o "rappresentante". Gli ho chiesto cosa fosse successo e lui, mezzo sorriso ed
un'espressione un po' sconsolata, mi ha svelato che il motivo di tale situazione era proprio la loro
presenza, gi?faticosamente tollerata perch?fanno perdere tempo, ma oggi pi?che mai nell'occhio del mirino,
perch?ritenuti una pedina importante dello scandalo del "comparaggio": in soldini, la prescrizione di
un certo numero di pezzi di un farmaco, in cambio di "un riconoscimento economico da parte delle ditte
farmaceutiche. Scandalo, ma anche una realt?all'italiana, antica come l'istituzione della cassa mutua, un
meccanismo perverso per lucrare non sulla salute degli italiani ma sulla loro malattia. Non voglio entrare nel
merito, ciascuna ha una propria coscienza ed etica professionale, mi auguro solo che la giustizia faccia il suo
corso sicuro, come al solito, visto che non avr?davanti un'autostrada, ma un percorso minato da troppi....
Personalmente, invece, nella mia esperienza di
medico della mutua, devo riconoscere che questa figura professionale ha rappresentato non solo un aiuto per il mio
lavoro, fornendomi informazioni utili e puntuali sui farmaci, ma anche un'esperienza umana ricca e
preziosa.
Sono persone in media di giovane et? per la
maggior parte laureate in branche scientifiche (biologia, farmaceutica, veterinaria), che hanno intrapreso questo
tipo di attivit?non per ripiego, ma per scelta, quindi motivazioni serie che danno serie garanzie. Molti non
risiedono nelle nostre citt? perci?ogni giorno devono affrontare pi?che lunghi viaggi, disagevoli percorsi
stradali disseminati di code interminabili, magari sotto il sole cocente nella stagione estiva e pericoli
rappresentati dal gran traffico e dalla nebbia durante le stagioni invernali. Passano molte ore al volante e molte
altre ad attendere di essere ricevuti: insomma la loro specialit??la "paziente attesa". Per questo
ho cercato di trovare una formula di compromesso per riceverli che non sempre soddisfa pazienti ed informatori, ma
tra tutte mi ?sembrata la pi?logica e le lamentele a riguardo sono meno delle approvazioni.
Del resto, comunque sia, il sottoscritto ?
disponibile per gli uni e per gli altri e questo penso sia la cosa fondamentale che, nonostante tutto, mi da' un
po' di serenit? Penso anche che la disponibilit?che uno dimostra sia un buon passaporto per costruire rapporti
umani e, nella mia attivit?di medico di base, ho cercato e cerco di vivere questa qualit?positiva; i risultati
si raccolgono non solo con i pazienti, e la cosa ?reciproca, ma anche con questa figura professionale, con la
quale esiste un buon rapporto di cordialit?sincera che, al di l?del "tu" reciproco quasi naturale
dopo mi po' di frequentazione, approda anche ad uno scambio di idee, opinioni su fatti del mondo in generale, per
arrivare ad argomenti che toccano la vita familiare e personale.
Sono padri, sono madri con i quali ci si
confronta sull'educazione dei figli sui valori vissuti da noi e tanto difficili da trasmettere ai nostri ragazzi;
sono figli e figlie con i quali si discute del rapporto con i genitori che diventano anziani, con tutti i problemi
annessi e connessi; sono ragazzi e ragazze che hanno ancora una loro vita da single, piena di interessi e
curiosit? vissuta con fresco entusiasmo, che arriva a contagiarti e a rinverdire quel grigio che vela, spesse
volte, il mio stato d'animo. Quindi, al di l?dell'apparenza, perch?comunque una certa etichetta anche
sull'abbigliamento li omologa (confidenzialmente poco tollerato) e la inconfondibile borsa, dietro queste figure
ci sono persone degne di essere considerate per la loro profonda umanit?
Sandro
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