PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
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COME SARA' LA FINE DEL MONDO, FORSE.....

MAGI 1

MAGI 2

MAGI 3

MAGI 4

MAGI 5

 

         

Manifestazione  di  Gesù al mondo

            “Tutta quella fatica per stare tre ore davanti ad un bambino e a sua madre in una casa di Betlemme!”. Così l’albergatore accolse nella sua locanda i tre che ritornavano verso casa. Erano passati di lì mesi fa,  diretti verso una misteriosa località in cui “sarebbe nato un re”. Erano partiti perché un sogno diventasse realtà. Ora se li vide arrivare più leggeri, desiderosi di tornare in fretta alle loro case.
“Certo, tutta quella fatica per così poco tempo, ma ne valeva la pena?”.
            Bastò guardarli in faccia per intuire una risposta. I loro occhi parlavano senza bisogno di parole: erano luminosi, bagnati dalla commozione. “Certo – disse uno di loro di nome Melchiorre – per un tempo così breve ne valeva la pena! E’ bastato quel breve tempo per ripagarci di tutto!”.
            Mentre diceva questo gli altri due sembravano persi nei loro pensieri. Chi era seduto al tavoli della locanda fece silenzio per poter ascoltare la storia di quel viaggio. 
            “E’ come con la vita – continuò il viaggiatore - che ti viene data e nel breve tempo ti viene tolta. Rispetto all’eterno cos’è la vita se non un semplice respiro? Eppure solo chi nasce in questo mondo sa che cosa è il tempo di un respiro. Siamo entrati in quella casa e ci siamo rimasti per un tempo molto breve ma ci è bastato! C’era lo sguardo di Dio tra il bambino e la madre, tra la donna e l’uomo: quello sguardo vale una vita!”.
            “La strada poi ci è stata maestra – intervenne l’altro straniero -  per quello che abbiamo incontrato. Ci siamo imbattuti in piogge torrenziali così forti da travolgere villaggi, coste, interi paesi; abbiamo intravisto la morte tra le distruzioni e le rovine; abbiamo ascoltato il terribile pianto dei sopravissuti. Abbiamo visto la violenza umana scagliarsi contro l’innocenza di bambini in una scuola di paese; abbiamo sentito i rumori delle armi. Siamo riusciti sempre a scappare ma con negli occhi le tracce del sangue”.
          “E’ vero – disse il terzo uomo – ma la strada ci ha permesso di incontrare greggi e pastori, di sentire l’ospitalità dei beduini nel deserto e delle donne nei villaggi. Abbiamo prestato attenzione ai suoni delle preghiere, alle grida dei giochi, al rumore della mola e della pialla; abbiamo ascoltato il profumo del deserto e toccato la leggerezza del silenzio. Abbiamo imparato a seguire il movimento del sole che disegnava la nostra ombra per terra, e siamo stati incantati davanti al mistero della luna di notte. Siamo cambiati mentre proseguiva il nostro cammino, ma quella casa e quel incontro ci ha trasformato ancora di più, ripagandoci di tutto!”.            
           Nella locanda nessuno osò parlare o intervenire, forse perché tutti invidiavano quegli stranieri ritenuti prima degli illusi sognatori.
          “Abbiamo letto nei loro libri sacri – riprese Melchiorre – che all’inizio del mondo l’uomo era solo, senza un aiuto che gli fosse simile. Fu quando Dio plasmò una donna dal suo costato che questa solitudine finì!  Mentre guardavamo quel bambino, abbiamo capito che qualcosa del genere stava succedendo: come se l’uomo finalmente non fosse più solo!”.
         Fu l’ingresso improvviso di molte persone ad interrompere il racconto. Entravano, guardavano e dicevano: “Ma che sta succedendo, abbiamo visto sopra la locanda il segno di una stella e siamo venuti a vedere”.

da “Farina del mio sacco”      
         

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