Anno 2000
Numero 3 - Dicembre 1999
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UN SOGNO ANTICO COME LE MONTAGNE
Essere medico di periferia offre i suoi vantaggi,
perché si ha l’impressione di respirare un’aria di libertà, potendo gestire gli spazi e i tempi su di un
ritmo più umano.
Spesso mi capita durante il tragitto, che mi porta al domicilio del paziente, di perdermi con lo sguardo nello
spettacolo della catena del Monte Rosa; maestoso, imponente, affascinante, sembra seguirti ad ogni curva,
mostrarti immagini sempre diverse, quasi imprevedibili, che ti rapiscono e ti proiettano miracolosamente tra i
suoi ghiacciai eterni, tra i suoi infiniti spazi.
L’andatura molte volte segna il passo, indulge in quel sogno ad occhi aperti, ma non è tempo perso, mi ritrovo
ricaricato, anche perché la montagna è una vecchia passione, e nella mente si affollano tanti bei ricordi di
estati passate in vacanza con il gruppo giovani della parrocchia, animati da una gran voglia di camminare e
conquistare nuove cime, a costo di grandi fatiche sempre ampiamente ripagate dallo spettacolo che si offriva ai
nostri occhi stupiti.
Quando torno con i piedi per terra, mi ritrovo in casa del paziente, le scale fatte tutto di un fiato portandomi
il mio zaino da città (la borsa del dottore) pronto a scalare un altro tipo di montagna o meglio la valanga di
problemi che il paziente ti rovescia addosso nella speranza di trovare un valido aiuto.
Continuando l’incontro mi accorgo che spesso si rivive lo spirito dell’esperienza montanara, ci si trova a
ricercare il nesso che collega i vari sintomi né più né meno di come si ricerca la traccia del sentiero. Mi
viene spontaneo pensare che la vita è un cammino, che si snoda su sentieri ora difficili, ora facili, ora in
salita, ora in discesa, ma che comunque sia, richiede sempre attenzione ed impegno costanti.
L’anziano, infatti, è per antonomasia la persona che, grazie alla sua esperienza maturata negli anni, è non
solo una persona matura, ma soprattutto saggia, nel senso che coglie il sapore della vita, poiché le parole
"saggezza", "sapore" derivano dal verbo latino "sapio" che letteralmente significa
"assaporare".
Cogliere questo messaggio nella sua profondità è gettare un ponte sicuro verso il futuro ed oggi, che si fa un
gran parlare dell’anno duemila forse è una cosa saggia seguire il passato ed il presente, sostengono i nostri
passi verso il futuro. Come loro dobbiamo imparare a sognare, tante realtà sono cambiate si sono avverate perché
i "vecchi" hanno avuto il coraggio di sognare. Ecco che allora scalare una montagna e conquistare una
vetta è soltanto arrivare in un luogo da cui lo sguardo va oltre l’ultimo orizzonte e si ricomincia a sognare.
Alessandro B. |