PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
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Anno 2000
Numero 3 - Dicembre 1999

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TEMPO CHE VA E CHE VIENE

Come passa in fretta il tempo. Ciascuno (tranne i quattordicenni che vorrebbero diventare grandi in fretta e sembra che per loro il tempo non passi mai) si rende conto di come i giorni passano, meglio "volano". Lo scorrere del tempo mentre scrivo, mentre parlo o lavoro, mentre compro o gioco, mi ricorda che non sono padrone di niente. Magari ho tanto, ho un benessere, ho una salute, ma non ho il tempo! L’impotenza davanti al tempo ci rende poveri.
L’antica clessidra o il moderno orologio digitale fa scorrere la sabbia o i numeri senza stancarsi e senza fermarsi "alla faccia nostra", proprio quando vorremmo fermare tutto. Certo, è talvolta malinconico notare il tempo che corre veloce mentre si gusta una esperienza di amicizia o di amore, mentre si gusta un riposo o un paesaggio. "E’ già finito il tempo", "Mi tocca andare", sono espressioni con un filo di lacrima. E come invece rimane pesante quel tempo che sembra non passare mai, quando si è nel dolore, nella fatica del lavoro, quando si deveno sopportare situazioni senza sbocco.
Ci sono poi quelli che non hanno mai tempo per nulla, per telefonare, per ascoltare, per pregare, per aiutare gli altri. Scusa o alibi questa espressione dice una cosa falsa e una vera. E’ falso dire che non abbiamo tempo, anche se siano super attivi perchè spesso il problema è di ordinare le cose da fare. D’altra parte è vero rammaricarci per il fatto di non avere tempo, perché non lo possediamo, non è nostro, ci viene dall’esterno: c’era prima che noi venissimo al mondo e ci sarà anche quando andremo al cimitero.
Il tempo ha il ritmo delle stagioni ma soprattutto ha il volto delle persone, il volto dei nonni che vedono crescere i loro nipoti, dei genitori che vedono nascere i loro bambini, dei figli che vedono invecchiare i loro genitori, dello sposo che vede invecchiare la propria donna, della moglie il proprio uomo... Talvolta si ascoltano ricordi, altre volte invece si registra quella sorridente pace che accetta ogni ruga o qualche capello bianco in più, mentre si illumina il colore degli occhi della persona che si ama. "Sono contento del tempo vissuto", "Sono contento del tempo che avrò da vivere ancora su questa terra", "Sono felice del tempo che avrò oltre questo mondo". Quel clima di amore che accompagna tutti i momenti della vita è ciò che ci rappacifica con quel tempo che abbiamo dentro ma che non è nostro. Sapere che il tempo è di Dio ci libera dal pericolo di pensare il tempo come quella carognata che ci impedisce di gestire le cose come vogliamo noi. Eppure facciamo una fatica boia ad accettare che il tempo sia nelle mani di un altro. Tutto sta nel verificare che sono mani bucate, causate da qualche chiodo che un giorno bloccò uno su di un legno.
Mi immagino gli ultimi giorni che chiudono questo secolo nella euforia di credere che il tempo "è mio e me lo gestisco io". Mi sembra più bello riuscire a pesare i minuti e gli attimi del tempo che chiude un’epoca, magari insieme alle persone che si amano e notare come è bello poterlo condividere.

Don Norberto

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