Anno 2002
Numero 2 - Ottobre 2001
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LA PACE DOVE E? ?
Non ?la prima volta che mi ritrovo in
ambulatorio questo giovane straniero dalla pelle olivastra: capelli lisci corvini, gli occhi scuri penetranti, le
fattezze fini e raffinate, il fisico asciutto e longilineo; ?un paziente inviatomi dalla locale Caritas perch?
ha dei seri problemi di salute . Altre volte la sua vista non mi avrebbe colpito pi?di tanto, perch?l?extracomunitario
non ?pi?una novit?in questo tempo di globalizzazione, ma il fatto che lui sia pakistano, in questo preciso
momento non pu?passarmi inosservato. Mi viene spontaneo, mentre lo visito rivorgere qualche domanda sulla
situazione del suo paese, nel quale vivono i suoi parenti pi?cari; con molta amarezza mi riferisce che in un
colloquio telefonico con il fratello ha avuto la conferma della situazione critica e instabile del paese, fonte
per lui di profonda preoccupazione e di ritenersi molto fortunato di vivere e lavorare in Italia. Non insisto pi?
di tanto perch?leggo nei suoi occhi velati dalla commozione una forte angoscia e vera impotenza.
Per fortuna ?l?ultimo paziente della
giornata, perch?conoscendolo, nella sua particolare discrezione e cortesia, avr?lasciato la precedenza agli
altri pazienti: non avrei potuto continuare a visitare senza far finta di niente, soffocando la miriade di
sentimenti, pensieri, emozioni, che quell?incontro mi aveva procurato. Rimango l?in silenzio, non so per
quanto tempo, dopo che il giovane pakistano mi ha salutato e ringraziato, dopo che ci siamo augurati di rivederci
in tempi migliori, che in cuor nostro speriamo ardentemente arrivino presto.
Gi??difficile avere pensieri di pace, di
speranza quando soffiano venti di guerra, o meglio tempeste di morte, quando la voce dei giusti ,dei miti, viene
soffocata dal fragore delle armi intelligenti, come se le bombe avessero la capacit?di formulare pensieri e
scelte; a tanto ?arrivata l?intelligenza dell?uomo: ma quale uomo, quale intelligenza? Il punto ?proprio
qui nelle scelte che una nazione prende, decide, cerca di attuare: sono scelte che costruiscono la pace, nell?ottica
della vera giustizia, dell?uso equo delle risorse, della loro salvaguardia o sono scelte dettate da logiche di
potere, peggio ancora di strapotere, che sopprimono la libert? i diritti, la dignit?di esistere di altri
popoli?
Sono domande che si affollano nella mente come la
raffica di un mitra, fulminee come le bombe al laser, imprevedibili come gli aerei invisibili. Eppure se
consideriamo i bilanci delle varie nazioni, scopriamo che la scala dei valori ?capovolta, penalizzando agli
ultimi posti quelle istituzioni che dovrebbero sostenere un paese civile (istruzione, sanit? salvaguardia dell?ambiente,
sicurezza civile): la corsa ?aperta a finanziare e garantire quelle istituzioni invece che sostengono il potere
di uno Stato, spesse volte giustificando il tutto con la necessit?della difesa da un eventuale nemico (spese per
gli scudi spaziali, per l?esercito di volontari, per l?industria bellica). Penso in tutta franchezza che la
scelta di essere medico per salvaguardare la salute delle persone e in qualche caso salvarne la vita, non pu?e
non deve passare attraverso questa logica distorta e stravolgente la scala di valori in cui credo: la conversione
e l?utilizzo equo delle risorse deve essere un atto di coraggio e di responsabilit?di ciascuna nazione che
vuole proclamarsi veramente civile. La vera civilt?ricerca spazi di incontro, di dialogo, si arricchisce della
diversit?di altre civilt? valorizza l?uomo come essere al centro del mondo per essere al servizio dell?umanit?
per governare bisogna saper servire, questo, se vogliamo crederci ?il messaggio di Dio attraverso Cristo!
La pace ?ricerca quindi di vera giustizia, di
solidariet? di condivisione, di perdono; ma la pace la trovi dentro di te oppure non la troverai in nessun
angolo del cielo o della terra!
Sandro
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