Anno 2002
Numero 2 - Ottobre 2001
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Nel cammino di Santiago
Non sono molto abituato a mostrare le cose che
faccio o a descrivere luoghi in cui vado. Raccontare poi un viaggio, mostrare le fotografie, cercare di commentare
delle immagini ?sempre antipatico, perch?non sai mai se l'altro ?interessato veramente a ci?che dici o se
lo ?per circostanza. Il fatto che il parroco vada a fare alcuni giorni di vacanza, ben per lui: sentire la
cronistoria potrebbe non interessare pi?di tanto. Infatti nel passato non ho mai preso una pagina del Tassello
per raccontare giorni di vacanze, proprio per questo motivo. Se oggi cambio idea ?perch?questa strana
esperienza che ho fatto forse va al di l?di una semplice vacanza.
Non conoscevo, se non per vaghi riferimenti, il
Cammino di Santiago de Compostela. Sapevo che dal Medioevo pellegrini si incamminavano verso quella citt? luogo
delle reliquie di san Giacomo (Santiago ?il nome spagnolo di questo apostolo). Sapevo che era un percorso
significativo insieme ad altri tragitti che portavano rispettivamente a Gerusalemme o a Roma. Nulla di pi?
Cerco allora di informarmi: di cosa si tratta, di
come affrontare il viaggio, di cosa portare, dove alloggiare... e, mentre faccio tali operazioni, mi accorgo che
libri ed Internet ne parlano in maniera diffusa. Si parla infatti del Cammino di Santiago intendendo quel percorso
di 800 chilometri che da Roncisvalle (in Francia) raggiunge, con precise tappe, Santiago de Compostela. I
pellegrini (?proprio il nome di coloro che facevano tale percorso) raggiungono la meta circa in un mese.Mi
organizzo, in base ai giorni disponibili, e decido di percorrere a piedi solo 200 chilometri.
Per nove giorni ho cos?camminato da solo,
incrociando una trentina di persone di varie nazionalit?che compivano lo stesso percorso. E' stata proprio una
bella scoperta! Non mi sarei immaginato il fascino di quella strada e del camminare, anche se mi ?sempre
piaciuto scegliere percorsi da trekking. La poesia e la gioia della vacanza, tra l?altro, sono passate in fretta
con l'arrivo di una forte tendinite alla gamba destra che, dopo alcuni giorni, si ?fatta sentire sulla gamba
sinistra. Temevo di non farcela ad arrivare alle tappe previste, scombussolando un programma di massima che mi ero
fatto. Questo doloroso fastidio ha notevolmente ridimensionato il desiderio di avventura che potevo avere, ma
forse ha lasciato aperto l'effetto "sorpresa". Il Cammino ?stato una bella sorpresa!
Per prima cosa dovevo accettare che fosse il
cammino in quanto tale a guidarmi, che quel percorso spagnolo diventasse maestro con le sue lezioni di vita. E
cos?si recupera il silenzio dell'andare da soli, si accoglie ogni sensazione che proviene guardando un posto,
notando i colori, sentendo gli odori. L'autunno poi apriva ad ulteriori elementi di bellezza. Avvertivo di essere
nel grande fiume della storia abitata da molte persone che prima di me (dal 1100 circa), avevano battuto la stessa
polvere. Secoli in cui pellegrini percorrevano le stesse strade e forse vedevano gli stessi muretti, le stesse
piante o le medesime uve di una annata ricca di frutti. Quante persone sante hanno camminato, quanti
approfittatori; quanti mossi da motivazioni religiose e quanti farabutti; quanti desiderosi di conversione e
quanti peccatori. Quanti oggi sono turisti e quanti pellegrini, quanti alla ricerca di avventure nuove e quanti
desiderosi di conoscere meglio se stessi. Cos??quel Cammino pieno di storia, fatta di santi e di peccatori,
quel miscuglio di elementi che, in fondo, ognuno avverte dentro di s?
L'aria spirituale ?stata quella preminente,
anche per la voglia che avevo di una "ricerca" interiore. Anche qui i suggerimenti spirituali nascevano
dalla strada. Pensavo per esempio che il Cammino mi stava portando verso Ovest, l?dove il sole tramonta. Quel
"sole che sorge dall'alto" ? nella tradizione biblica, richiamo a Dio. Mentre camminavo durante il
giorno, questo sole era alle mie spalle creando l'ombra della mia persona accorpata allo zaino. Bastava questo per
ricordare quel Dio da cui provieni e verso cui vai, quella vita che nasce e quel tramonto verso cui sei
incamminato. Sar?anche stupido ma nasceva spontaneo parlare con la propria ombra, la quale non aveva colori e
neppure tutto quello che noi consideriamo essenziale per vivere, ma aveva solo i contorni spogli di una persona.
Cos?strani pensieri, diverse meditazioni e ricordi di frasi evangeliche, si univano in un variegato tema,
favorito proprio dal camminare.
Inoltre, pur cercando la solitudine, si apprezza
l'incontro con altri che sono sul Cammino. La lingua per intendersi ?quella di un miscuglio di parole e di gesti
che permettono una comunicazione tra quanti vivono gli stessi intendimenti. Una trentina di persone tra
brasiliani, francesi, australiani, olandesi, danesi, austriaci? Chiss?quanti sono nei mesi di luglio e di
agosto! Il Cammino poi purifica i pensieri, aiuta a ricordare fatti e persone care, favorisce quel progressivo
spogliarsi di ci?che ?meno importante o addirittura ?inutile.
E poi, l'arrivo, Santiago, la basilica, la
colonna dove migliaia di persone hanno messo la loro mano tanto da mostrare i segni delle dita impresse nel marmo.
Anche la pioggia insistente ha fatto parte degli ultimi chilometri di questo Cammino. E poi il pianto, la
commozione, le lacrime davanti ad un sacerdote che, senza sapere bene la tua lingua, ti ha dato il perdono di Dio.
E poi quella Messa del pellegrino con coloro che avevano terminato il Cammino dopo nove giorni come me, dopo 70 o
pi?giorni. Tutto aveva un suo significato in quella citt?anche se, effettivamente, la sorpresa pi?forte ?
avvenuta "nel" Cammino. E? evidente il desiderio di "rifare" "quella" strada in un
altro periodo della vita, anche se ogni vero Cammino si compie a casa propria: questo si impara a Santiago!
Don Norberto
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