Anno 2003
Numero 2 - Ottobre 2002
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ALDO MARIANGELA
JACOPO E BARBARA
ovvero
"MEGLIO UN FIGLIO TOSSICO"
Aldo distinse la sagoma dell'auto del figlio
Jacopo che svoltava all'incrocio e si avvicinava alla villetta nella quale abitava tutta la famiglia. Jacopo lo
vide e scese dalla macchina con il volto preoccupato. "Aspetta a entrare in casa", disse Aldo andando
verso di lui "bisogna che facciamo qualcosa... c'?tua madre che... anche stasera non ha mangiato niente. ?
l? in salotto, che piange... C'?Barbara con lei, ma non ?che serva a un gran che".
"Bisogna che facciamo qualcosa...
cosa?" esclam?Jacopo che gi?intuiva la piega del discorso."Insomma figlio mio, 'sta storia del
seminario... non ?possibile! Te ne rendi conto?!".Jacopo parve subito stizzirsi. "Pap? di cosa
dovrei rendermi conto?", esclam? cercando di contenere una vampata di risentimento.
Aldo e Mariangela erano marito e moglie da quasi
trent'anni. Aldo aveva militato per molti anni nelle file del Partito Comunista. Ai tempi si dichiarava estraneo
ad ogni discorso sulla fede. Poi, per? con il tempo che passa e i muri che crollano, si era avvicinato al
cristianesimo. Il suo avvicinamento, per? si era caratterizzato soprattutto per un'adesione alle iniziative
sociali della comunit?cristiana, al punto da arrivare ad essere una delle persone pi?attive della parrocchia.
Amava definirsi, scherzosamente un "praticante non credente".
Mariangela veniva da una famiglia cattolica,
piuttosto tradizionale, ma presto si era allontanata dalla vita cristiana. Si considerava non credente. I figli,
per? non avevano smesso di prenderla in giro dal giorno in cui avevano scoperto che custodiva gelosamente nella
borsetta e nel cassetto del comodino una immaginetta di Padre Pio. Aldo e Mariangela si erano sposati in chiesa
perch?senn? come diceva lei, "a mia madre viene il Fuoco di Sant'Antonio!". Dopo circa sette anni
era nata Barbara e, dopo altri due, Jacopo. E Jacopo, proprio lui, il "piccoletto" di casa, a pochi
giorni dal suo ventunesimo compleanno aveva comunicato ai suoi genitori la sua decisione di diventare prete e
quindi di entrare in seminario per iniziare gli studi di Teologia.
Agli occhi di molte famiglie, un figlio che entra
in seminario per diventare prete ?come un figlio che si fidanza con una ragazza che i genitori di lui ritengono
insopportabile, o indegna, o... mostruosamente impresentabile! Insomma: di tutto e di pi? Molto spesso la
fidanzata non ?n?insopportabile, n?indegna, n?impresentabile. Almeno: non pi?di loro. Il vero problema
?che si sta portando via il figlio. Questo fa soffrire, per? non ?detto che i genitori lo ammettano.
Lasciare che un figlio si leghi affettivamente ad una persona estranea alla famiglia non ?una cosa facile da
accettare per i genitori. Essi possono vivere il fidanzamento come una perdita. Per? poi, in genere, pian piano,
riconoscono che la ragazza ?simpatica; che il figlio da quando sta con lei sembra perfino un po' migliorato (non
sempre); che forse un giorno ci saranno i nipotini...
Il seminario invece ?come una fidanzata...
invisibile, ma che il figlio se lo porta via sul serio; che il ragazzo migliori... ancora non si vede; e dei
nipotini... nemmeno l'ombra! Mariangela incontr?una vicina appena fuori dal panettiere. Si sfog?anche con lei
e pianse. E la vicina a dirle: "Ma pensi se era tossico!".
Ah, certo che sarebbe stato un guaio! Per? il
fatto che la scelta di essere seminarista sia confrontata con quella di essere tossico, indubbiamente fa pensare.
E forse, amaramente, dobbiamo riconoscere che il nostro ?effettivamente uno strano mondo, se accostiamo le
grazie alle disgrazie, senza saper distinguere le une dalle altre. A pensarci bene, credenti o non credenti,
praticanti o tiepidi, devoti o confusi, insomma... un po' tutti dovremmo dire che ?bello che un giovane sappia
scommettere il proprio futuro sulla pace, la giustizia, la solidariet?.. senza chiedere altro per se stesso.
Perch?il Vangelo ?anche questo e non ?neppure necessario essere cristiani per capirlo.
Aldo e Mariangela avrebbero di che essere soddisfatti. Anche di se stessi.
don Stefano
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