Anno 2003
Numero 5 - Marzo 2003
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LA BANDIERA E L'ASTA
Le bandiere della pace si
stanno diffondendo in Italia e nel mondo: colori che fanno ben sperare e che, forse, hanno spiazzato molta gente.
Ora ?tempo di mettere il bastone alle bandiere, affinch?non vengano attorcigliate dal vento, ma sventolino
nella giusta maniera. Il bastone vuole essere una immagine che richiama il concreto impegno personale per cercare
le occasioni di bene e di pace, rifiutando l'afflosciato atteggiamento banale e cattivo. Se si vuole dare un
futuro al nostro bisogno di pace, converr?riprendere il discorso su come io possa mettere a posto? la mia
bandiera.
Mentre guardavo la gente sfilare lo scorso 15 febbraio, mi sono venuti d?istinto una serie di
esempi, oltre a quelli che ognuno potr?fare. La pace ?sforzo, tocca la volont? oltre che essere per noi
cristiani dono di Dio!
Bisogner?fermare gli ettolitri di birra, di vino e di superalcolici che invadono la mente di
molte persone creando una dipendenza o l?incapacit?ad essere "svegli"; bisogner?abbassare la voce
e il tono delle nostre discussioni sui campi di calcio o nei teatrini della politica; bisogner?eliminare tutti
gli spinelli, s? quell'uso di sostanze stupefacenti che, magari non porteranno mai all'eroina, ma che alimentano
un mercato di morte e di interessi; bisogner?smorzare la voglia di distruggere il "nemico" che si
attua nei nostri dibattiti e nei nostri talk show; bisogner?stare alla larga dai pericolosi giochi che creano
dipendenza e illudono di far cambiare vita con il sogno di una vincita, dove ?lo Stato ad alimentare un tale
perfido commercio; bisogner?intendere le ragioni degli altri condomini o, per lo meno, impedire che le proprie
abitudini diano fastidio a quelli che abitano sopra o sotto l'appartamento; bisogner?Non mi si dica che molte
cose sono impossibili!
Quanti interventi piccoli ma determinanti che
rendono forte e dura quell'asta su cui immettiamo la nostra voglia di pace! Non basta cio?contare quanta gente
manifesta in piazza o quante finestre possiedono la bandiera dell'arcobaleno, ma proseguire questa opera
intrapresa: domandare che ai proclami di pace seguano reali scelte contro ci?che ?negativo. Il problema non ?
iscriversi tra i "disobbedienti", quanto dare una risposta a coloro che vogliono che si abbia la testa
all'ammasso dentro i sempre pi?numerosi ipermercati o programmi televisivi! Va data una risposta a chi continua
a discutere se la bandiera ?di destra o di sinistra, se sia giusto marciare o stare fermi: mi metto a fare
qualcosa per la pace, eliminando le erbacce della banalit?e della ipocrisia.
Forse, grazie al nuovo che notiamo, va anche
rivista l'idea che ci prende spesso: "Anche se io facessi qualcosa, cosa volete che cambi?". Piuttosto
va ribadito il concetto che il bene pu?essere contagioso, facendo venire voglia anche agli altri di fare il
bene. Conosciamo il detto per cui: "La mela marcia fa marcire tutte le mele buone". Chiss?che si possa
inventare un nuovo proverbio o addirittura vedere il miracolo di "una mela buona che rende buone? le mele
marce".
Molti oggi si ritrovano ancora giovani sognatori,
aperti ai grandi ideali, dopo aver militato magari tra le file dei delusi o, peggio, degli "allineati".
Non ?possibile credere ad una logica diversa, quella che sa trasformare in pane le pietre o sa spostare le
montagne? Mentre il clima sembra aprire un nuovo periodo dove la gente comprende i rischi che si corrono e la
forza della mobilitazione delle coscienze, va rilanciato fortemente il senso dell'impegno, del digiuno, del pagare
qualcosa in prima persona.
Se qualche grande della terra ritirer?le sue
truppe cercando nuovi modi per togliere ad un dittatore la possibilit?di danneggiare, perch?non sperare che si
possa mandare in crisi il mondo di coloro che guadagnano sulla pelle dei morti di droga o sulla distruzione delle
famiglie? Ecco perch??tempo di bastoni e non solo di bandiere!
don Norberto
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