Anno 2004
Numero 1 - Settembre 2003
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LA STORIA PICCOLA
C'?un grande interesse per la storia in questi
tempi. Riviste e giornali sfornano libri su personaggi del passato o su periodi della nostra storia. Tra Napoleone
e lo zar di Russia, tra la storia del Fascismo e della Resistenza, sembra che il passato attiri il grande
pubblico. Tralascio la mia personale diffidenza nei confronti delle redazioni giornalistiche che "non sanno
pi?cosa inventare" pur di vendere i propri quotidiani? Noto, per? con piacere che molti si stanno
appassionando alla "grande storia", fatta di nomi, di battaglie, di politica e (perch?no?) di
pettegolezzi e di curiosit? Quello che, in qualche modo, abbiamo studiato a scuola da ragazzi, viene ripreso con
uno spirito nuovo.
Pur riconoscendo l?apertura e il
riavvicinamento alla storia, rimarr?sconosciuta la vicenda di molte persone del passato che non potranno mai
essere ricordate. Che sapremo infatti di tutti i "soldati semplici" che hanno combattuto per Napoleone?
Un esercito non ?fatto solo di generali! Che sapremo di tante famiglie che, durante la prima guerra mondiale,
hanno sofferto la fame o la perdita di un figlio in battaglia? Talvolta, a dire il vero, la letteratura, il cinema
o la televisione riescono a farci conoscere qualcosa di vicende nascoste, ma ?sempre una goccia.
Sarebbe come se il nostro tempo fosse ricordato,
tra 500 anni, solo per le barzellette di Berlusconi, i viaggi del Papa o la nascita del "Grande
Fratello". Nell'epoca di grandi momenti o di fatti "da ribalta", si dovr?dire che esisteva un
insieme di individui capace di amare, di soffrire e di lottare. Ciascuno di noi, con il suo nome e cognome, ne era
parte!
In quanto parroco so di essere persona pubblica,
talvolta citata dai giornali o dalla televisione (sic!). Ma molte persone che abitano in via Siracusa, in via
Catena, in via dell'Usignolo, in via Lonate (per citare casualmente una strada per Cascina), non andranno mai
sulla stampa, non saranno mai intervistati alla televisione... ma sono esistenti e come! Abituati a credere che
una cosa ?reale solo se la televisione la riprende, vorrei riaffermare il principio invece che "una cosa
esiste perch?noi la raccogliamo, noi ne siamo testimoni".
Ciascuno possiede un compito: riconoscere e
raccogliere l?esistenza di uomini e di donne. E' la storia di Gian Maria, poliziotto che vive nella famosa
caserma di Genova; ?la vicenda di Paola, abbandonata dal marito dopo 12 anni di matrimonio; ?la fatica di
Andreina alle prese con la sua malattia; ?la vicenda di Barbara che, nonostante l?handicap, sta trovando il
suo equilibrio nel mondo del lavoro. Sono nomi e sono storie piccole che ho potuto conoscere. Ma quante altre
persone o quante altre vicende conosciamo, di cui noi (e solo noi) siamo al corrente. Noi portiamo la prova che
loro esistono! Nulla finir?sui giornali e neppure sul Tassello (anche se lasciamo lo spazio a tante piccole
storie), ma ?bello sapere che ogni incontro tra le persone consente che l'altro esista. Credo che la pi?grave
solitudine sia quella di vivere in questo mondo e vedere che... nessuno se ne accorge!
Anche i credenti raccontano la storia di santi
famosi ma, per il fatto di ritrovarsi ogni domenica, riconoscono l'esistenza di tanti santi meno famosi ma che
hanno lasciato un segno. Noi non saremo ricordati dai libri del futuro, ma sappiamo di essere esistiti, di essere
stati importanti per qualcuno o di aver incontrato chi ci ha fatto sentire "vivi". Anche Dio in fondo,
proprio perch?riconosce la vita di ognuno, garantisce che ai suoi occhi noi ci siamo, per lui noi siamo vivi!
Faccio mia un'espressione che trovo in un libro
di Christian Bobin: "Alla domanda: ?che fai nella vita?? ecco quello che mi piacerebbe rispondere, quello
che non oso rispondere: mi occupo delle cose piccole piccole, porto la testimonianza di un filo d'erba". E
ogni persona che incontriamo ?pi?di un filo d'erba.
Don Norberto
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