PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
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Anno 2004
Numero 1 - Settembre 2003

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IL TECNICHESE

"Analisi velocimefrica Doppler nella norma.
Segnale Doppler con picco sistolico e velocit?telediastolica nei limiti. Pervie con flusso ortogrado".

In queste poche righe (dirette al mio medico di fiducia) ?ben visibile la presenza del linguaggio scientifico - tecnico. Un linguaggio non facile ma entrato nell'uso comune che solo gli addetti ai lavori possono capire. Inutile il ricorso al mio "Consulente medico per la famiglia" (una guida in mio possesso) che non mi ha aiutato a comprendere esattamente quel linguaggio speciale che passa sopra la testa della gente comune (come il sottoscritto) e raggiunge solo chi conosce il codice per decifrare i messaggi. Nella fattispecie, mi riferisco ad un referto (rilasciatomi da un medico specialista) rivolto al mio medico di famiglia, al quale dovr?rivolgermi per chiedergli delucidazioni in merito.

Mi chiedo se sia giusto questo tipo di rapporto tra medico e paziente, che io considero l'effetto di una sempre maggiore disumanizzazione della nostra societ? Credo che una volta i rapporti tra le persone fossero pi?improntati a umanit? ovvero alla benevolenza, comprensione e cortesia verso gli altri, quegli elementi che sono, o si ritengono, propri dell'uomo in quanto essere sociale e civile. Oggi invece come ha scritto Montale: "L'uomo robotizzato trionfa". Se ne ha una prova quando, chiamando un numero telefonico, si sente, - dall'altra parte del filo - una voce registrata che d?delle istruzioni per poter ricevere le informazioni che interessano: "Se desidera questo, prema uno, se desidera quest'altro, prema due, ecc?". Se non sei pronto e attento, devi richiamare lo stesso numero e ricominciare da capo, sperando nel buon esito della telefonata.

Al giorno d'oggi ci?che conta ?la rapidit? il risparmio di tempo e di denaro, la priorit?dell'essenza rispetto all'esistenza. In altre parole, ? importante la forma, ma soprattutto... la sostanza, perch?viviamo in un secolo malato di materialismo. Forse ? proprio qui - ovvero nella sete di denaro - che hanno origine tutti i nostri guai.

E allora mi chiedo se non sarebbe ora che gli uomini riflettessero seriamente sulle vere cause dei mali che affliggono l'umanit?e cercassero - tanto per incominciare - a migliorare i rapporti fra loro, facendo uno sforzo per parlare tutti un linguaggio pi?semplice e chiaro, affinch?non ci si veda costretti a rivolgersi ad esperti (medici, avvocati, commercialisti, ecc.) per la traduzione dei vari testi in un linguaggio comprensibile.

Non dimenticher?mai la risposta che mi diede Montanelli a proposito del suo pessimismo cronico: "... per usare il linguaggio di Gramsci il pessimismo della ragione ha in me il sopravvento sull'ottimismo dell'azione, e credo che avrebbe finito per averlo anche in Gramsci se fosse vissuto un po' pi?a lungo".

Wildo B.

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