Anno 2002
Numero 4 - Gennaio 2002
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L'ARIA CHE GIRA
Non ci pensiamo mai all'aria. Essere nella
periferia di Busto Arsizio tra campi e prati ci fa dimenticare il clima cittadino o la stessa vicinanza a Malpensa.
E' strano vedere numeri preoccupanti della nostra citt?sui telegiornali nazionali. Dopo anni di vita a Milano
credevo di essermi liberato dallo smog e dalle polveri e invece... pazienza.
Le centraline hanno segnalato questo danno che porter?qualche problema alla circolazione. Non pensavamo che il
nostro normale stile di vita, con l'aggiunta della eccezionale siccit? potesse causare problemi alla salute,
alle abitudini oltre che ai raccolti. Ci eravamo dimenticati di essere a pochi chilometri dall'aeroporto e, se
questo ci facilitava nei nostri viaggi, forse ci penalizzava in un altro senso. Ci eravamo dimenticati del
traffico giornaliero, degli impianti di riscaldamento, degli inceneritori o di quant?altro avesse a che fare con
l?atmosfera.
L'obbligo a fermare le macchine o a viaggiare a targhe alterne, ricorda che anche... la mia macchina crea
problema. Sappiamo di tutte le macchine, di tutti i mezzi di trasporto pesanti, ma non della mia
macchina! Chi di noi pensa che il proprio tenore di vita possa danneggiare gli altri? Forse per questo facciamo
fatica a credere che ognuno da? il suo contributo per un'aria sporca. Il rilevamento, dopo le domeniche a piedi,
dichiara questo. Obbligati a fermarci tutti delle multe salate, ci stiamo accorgendo che "?colpa di
ognuno" se l'aria non ?salutare.
Nel bene e nel male siamo legati alla stessa fune, tanto da dire che nulla di quello che facciamo? ?neutro.
Possiamo far crescere o dare una mano per abbassare; fare il bene o alimentare il male; dare un buon esempio o, in
qualche modo, mostrare un esempio negativo. Teniamo anche conto di quella abitudine a colpevolizzare gli altri o
le istituzioni, che possediamo tutti. "E' colpa dello Stato, ?colpa del governo o del parlamento se le cose
non girano; ?colpa della Chiesa; ?colpa della societ?..", diciamo. Siamo contro la grande evasione
fiscale senza considerare la fattura o il famoso scontrino. Combattiamo la malavita organizzata che spaccia droga
in quantit?e non si considera il piccolo spacciatore o colui che fa uso di sostanze. Abbiamo paura di cadere nel
peccato mortale, mentre sorvoliamo sul resto con la scusa che "tanto sono cose piccole, tanto lo fanno anche
gli altri". Siamo responsabili di un clima culturale in cui siamo immersi. Come spendiamo i soldi o come
usiamo il tempo, quello che vediamo o quello che diciamo, determina l?aumento di un?aria pesante oppure, di
contro, di quella pulita. Il piccolo gesto positivo, anche se fatto senza pubblicit?crea un'aria buona in giro,
cos?come la cretinata fatta di nascosto o di notte quando nessuno ci vede, porta il suo piccolo contributo al
male. Mentre sul versante atmosferico accettiamo una imposizione dall'alto perch?non si usino le macchine, sul
versante morale questo capita di meno. Quanti, infatti, dopo l'11 settembre sono diventati pi?buoni, quanti si
sono interrogati circa un cambiamento di vita da fare, dando magari tempo per le cose belle, vincendo il piccolo
inquinante egoismo? Qui non ci sono leggi o costrizioni perch?il Padreterno si fida dell'intelligenza e della
libert?delle persone. Si spera sempre in un cambiamento miracolistico delle cose, cos?che non turbi il nostro
stile di vita. Ecco il motivo per cui anche questo articolo risulter?un po? "inutile". Ma chiss?
Don Norberto
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