Anno 2003
Numero 4 - Gennaio 2003
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IL NATALE DI UN PRETE AMBROSIANO
(articolo richiesto da una rivista del Centro Italia
e pubblicato in pretionline.it)
Il Natale di un prete ambrosiano ?caratterizzato dalla visita alle famiglie che viene fatta in questo periodo
dell'anno.
A dire il vero, vista l'estensione della parrocchia (conta circa 1.800 nuclei familiari), una parte delle case
viene visitata anche in Quaresima.
Accennare a questo gesto significa annotare l'effetto "spugna", nel senso di caricare la propria vita
sacerdotale di ci?che si ascolta, di ci?che si raccoglie nelle case dalle parole di adulti e anziani o dalla
vivacit?dei bambini. Quanta gente con problemi e gioie!
Inoltre l'impegno per la preparazione immediata alla festa, fatta di novena e di predicazione, arricchisce grazie
a ci?che rifletti per comunicare agli altri o grazie a quello che i sentimenti natalizi suggeriscono. Sono anche
un po' appassionato di presepi e quindi per me il rito di aprire le scatole per tirare fuori statuine e presepi
(un centinaio) raccolte qua e l? acquista un particolare significato.
Ogni presepio ricorda un fatto, delle persone, delle circostanze. Rimangono per il periodo natalizio nel mio
studio, dopo che ho liberato alcuni ripiani della libreria. Vedere i presepi qualche sera, significa meditare, in
un modo un po' strano, l'evento della nativit?
A ci?si aggiunge qualche momento vissuto a "chiesa chiusa".
Il tempo dedicato alle confessioni fino a tarda ora (c'?gente che arriva a confessarsi alle 23!), lasciando la
chiesa aperta fino a quell'ora, aiuta il prete a caricarsi di quel peccato e di quella bellezza presente in chi si
avvicina al confessionale.
Quest'anno vivo il Natale con la percezione non solo di un Verbo che si ?fatto carne ma anche di un Male che non
smette di incarnarsi in questo mondo. Leggo in questo modo la tristezza di famiglie in cui si sta pensando di
separarsi a causa dell'amante di turno, a causa del gioco o per la ricerca sfrenata del benessere. Registro in
questo periodo questa sensazione del maligno presente attorno a me e in me. Un maligno che cerco di combattere con
una maggior attenzione alla vita spirituale.
Infine sento molto il momento celebrativo che per noi ha due grosse circostanze:
la Messa di mezzanotte e quella del giorno.
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La messa di mezzanotte ha un suo uditorio che
aspetto, non per "bastonare" o contestare per la latitanza alla chiesa, ma per dare a loro quel senso
di Dio che ho maturato durante l'anno.
Una celebrazione che tende a comunicare la fede, tenendo conto di persone che sono presenti per mille motivi e
che, forse, desiderano intuire il divino, almeno in un piccolo squarcio.
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La Messa della mattina ha un'altra particolarit?
Infatti sospendiamo la solita Messa delle 10 e quella delle 11.30 per celebrare un'unica Messa alle 10.30. Non
?solo uno spostamento di orario ma il tentativo di vivere con la comunit?(piccoli e grandi) questa grande
festivit? E' una messa detta "sgessata" per quel senso di cordialit?fatta di canto (partecipato da
tutti), di semplicit?dei gesti, di voglia di celebrare l'amore Bambino.
Come vedete un Natale che il prete vive insieme alla gente della propria comunit?
Voglio anche ricordare che il pomeriggio del Natale ?aspettato per poter rilassarsi con una bella dormita.
Don Norberto
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