Anno 2004
Numero 3 - Dicembre 2003
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UNA STRANA PIANTA
Alla mattina presto della domenica, quando apro i
cancelli del sagrato per la prima messa, guardo sempre una strana pianta che sta appena fuori dall'ingresso
principale. Furono quattro, una per marciapiede, ad essere piantate quando fu fatto il sagrato della chiesa. Di
quelle quattro piante una sola ?rimasta, vicino all'ingresso del bar delle ACLI, anche se il suo sottile fusto
continua ad essere sempre pi?spelacchiato. Le altre tre compagne sono state subito distrutte, maltrattate subendo
i segni della stupidit?giovanile che non sa apprezzare una cosa bella. Una di queste tre, per? forte di un
mozzicone di fusto, ha ripreso vita.
E' lei che ogni domenica alle 7, poco prima del
suono delle campane, vedo; ?di lei che mi sono ripromesso di parlare per ricordare la sua esistenza a tutti
coloro che le passano vicino e non la possono notare, proprio perch??messa male. Infatti non ?molto
presentabile, non ?come quelle piante che sono sul prato ben curato da mani esperte e che tutti ammiriamo. Lei ha
rami disordinati, ?cresciuta con la sola acqua piovana, subendo l'aridit?di questa estate, ?spuntata da un
pezzo di tronco passato indenne dalla furia giovanile. Sembra che si sia vendicata, alla faccia di chi l'aveva
distrutta! Ha tirato fuori le punte pronta a fare male a chi si avvicina a lei per maltrattarla. Ha quasi sfidato,
in questo modo, la mano violenta dell'uomo.
Ora ?secca, vive il momento invernale come tutte
le altre piante, ma possiede una interessante copertura verde che potremo vedere in primavera. Dovendo quasi darle
la parola immagino che potrebbe esprimersi in questo modo: "Che strani questi uomini, prima mi piantano e poi
mi distruggono, vogliono che io faccia ombra, ma non mi danno il tempo per crescere. Non sono fessa, ora faccio
vedere io chi sono e se qualcuno mi verr?vicino con intenzioni cattive, gli lascer?il segno sulla mano o sul
viso cos?che tutti sappiano che la natura ?pi?forte dei cretini".
Alla sera, quando chiudo a chiave i cancelli quasi
non la noto e mi domando come mai: forse c'?ancora gente attorno, forse ci sono macchine davanti, forse ho appena
parlato con qualcuno, forse ho solo fretta. Alla mattina invece no, oltre a mia madre con cui bevo il caff? ?la
prima cosa vivente che incontro quando ?ancora buio, quando piove, quando il cielo ?pulito. Avevo promesso:
"Parler?di te agli altri, verr?l'occasione perch?si sappia di te". Ed ecco che ?arrivato il
momento.
Tra poco prender?anche la neve, vedr?entrare
le persone in chiesa per confessarsi o per la messa di Natale, non avr?addosso nessun addobbo, sembrer?morta e
secca, mostrer?i suoi rami "spettinati". Sar?l?a festeggiare il suo sesto natale ricordando che il
Bambino ?nato anche per lei. Sa che nessuna pianta ?citata nel racconto della nativit?(ascolta il vangelo
ogni domenica, almeno lei!), per?vede che in molte case vengono messi piccoli alberi nel presepio. Che importa,
anche una pianta messa a terra, strappata, distrutta ma ricresciuta pu?testimoniare il miracolo della vita di Dio
che ?diventata vita umana, anche di una umanit?che appare talvolta? stupida!
Don Norberto
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