Anno 2002
Numero 7 - Maggio 2002
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BERNARDO UN MONACO AMICO
Breve scambio di idee dopo un incontro che il
monaco ha avuto con un gruppo di partecipanti. Monachesimo ieri, monachesimo oggi, il senso di una scelta
particolare. Di questo si ?parlato.
Pu?dirci quando ?nato il monachesimo?
Risaliamo alle persecuzioni che avevano rafforzato il
cristianesimo. Con l'imperatore Costantino, (editto di Milano del 313) la religione cristiana diventa religione di
stato e il clima spirituale scade notevolmente. Infatti professarsi cristiani diventa un modo per accedere al
potere e al successo. Preoccupati della perdita di valore e di forza dell?annuncio cristiano, alcuni compiono
una scelta radicale allontanandosi dal "mondo", ritirandosi nel deserto e applicando alla propria vita
il principio della rinuncia: la loro esistenza diventa cos?un "nuovo e continuo martirio". I primi
monaci scelgono di vivere in solitudine (monaco viene dal greco "monos") dedicandosi alla preghiera, al
digiuno, alla contemplazione. Il monachesimo cos?inteso si sviluppa attorno alla met?del III secolo nell?impero
d?Oriente, particolarmente in Egitto, dove il punto di riferimento diventa S. Antonio abate. Successivamente gli
eremiti cominciano a ritrovarsi in comunit?per attuare un ideale di vita fraterna, mettendo in pratica l?esempio
della prima comunit?cristiana.
E san Benedetto cosa porta di nuovo nel
monachesimo?
Alla nascita di San Benedetto, avvenuta a Norcia nel 480,
sono gi?numerosi anche in Italia i monasteri, ciascuno con una regola propria e con molte caratteristiche
simili. Con un gruppo di discepoli attratti dalla fama della sua santit? Benedetto si stabilisce sull?acropoli
di Cassino dove fonda la celebre abbazia ed esprime nella sua regola l?ideale monastico di preghiera, lavoro e
convivenza fraterna. Il testo ?in parte ripreso dalla "Regola del Maestro", il cui autore resta a noi
sconosciuto.
Nel 1073 diviene papa un monaco, Gregorio Magno,
il quale si pone l?obiettivo di unificare il monachesimo: egli assume come modello di santit?proprio la Regola
di San Benedetto. Questa diventer?cos?il punto di riferimento di tutto il mondo monastico (trappisti,
cistercensi?). Con il passare dei secoli i monasteri benedettini diventeranno redditizie aziende agricole,
rifugi per la popolazione, centri culturali (ricordiamo i monaci amanuensi) e luoghi di potere politico,
allontanandosi, per un certo verso, dallo spirito di Benedetto. L'opera di rinnovamento dopo il Concilio consiste
nel riprendere la regola del nostro Padre e viverla nei tempi di oggi.
Quali sono le caratteristiche principali della
regola a cui tutti voi vi ispirate?
Inizialmente la Regola nasce come una scuola per il servizio al Signore. Il termine scuola fa capire che un
apprendimento di questo tipo avviene nel tempo: il monaco non finisce mai di imparare a servire il Signore. Il
luogo in cui avviene la formazione ?il monastero: per questo i monaci fanno "voto di stabilit?/i>",
promettendo di passare tutta la loro esistenza entro quel "recinto" ad imparare a servire Dio insieme ai
loro fratelli. I monaci, che non necessariamente sono preti, fanno riferimento alla Regola, che viene interpretata
dall?abate, eletto da loro quando nel monastero sono presenti almeno 12 monaci che hanno gi?fatto la
professione perpetua.
La funzione di interpretare la Regola ?molto importante, perch?Benedetto vuole che ci sia un mediatore fra il
testo e la realt? il fatto che solo l?abate debba commentare la Regola garantisce sia la possibilit?di
rendere attuale uno scritto che altrimenti resterebbe legato ad un dato momento storico sia la certezza che venga
mantenuto un principio di unit? poich?l?autorit?dell?abate ?riconosciuta dai confratelli. Quando
Benedetto scrive la Regola, mette l?abate sopra i monaci come punto di riferimento. A lui si deve obbedienza.
Negli ultimi anni della sua vita, comprende in modo diverso il valore della fraternit?e aggiunge alla Regola
alcuni capitoli che di fatto ne ampliano la prospettiva. Inizialmente sono questi i valori sui quali si fonda la
vita del monaco benedettino:
- Obbedienza,
intesa come rinuncia alla propria libert?per il bene della comunit?
- Silenzio, poich?le parole assumono un?importanza secondaria: privilegiato ?il rapporto con Dio
nella riflessione interiore.
- Umilt?/i>: ?il cammino di Cristo, un progressivo abbassamento verso i fratelli.
A questi valori si aggiunge quindi la fraternit?
Il monastero diventa cos?una scuola di relazioni impostate sull?ascolto e sulla carit? con tutta la
fatica dell?incontro sincero con l?altro.
In una parola ci ritroviamo in questa
espressione: "Uomini che cercano Dio secondo la
parola di Gesu' per giungere insieme alla vita eterna, anticipata dalla vita di comunit?che viviamo nel nostro
monastero". |