Anno 2002
Numero 7 - Maggio 2002
|
UN' UNICA BREZZA
Una brezza leggera muove appena i rami dell?acero;
mi avvicino e ne osservo le foglie: sembravano tutte uguali, stessa forma e colore, ma da vicino? Apprezzo i
profili seghettati, sagome che sembrano ritagliate ad una ad una, alcune coi bordi appena arrossati, altre solo di
un verde cos?tenero. Sole caldo sulle spalle, ho bisogno di aria fresca e di movimento: dovrei ripensare alle
parole di padre Bernardo, ma sono confusa, troppe le emozioni evocate. Guardo le altre persone che come me hanno
ascoltato: tutti abbiamo sentito le stesse parole, come tutte le foglie dell?acero ricevono lo stesso raggio di
sole, ma ciascuno di noi forse porter?con s?un pensiero diverso?
Pregare: pregare ?ascoltare il Padre che
parla. Posso anche non faticare nella ricerca affannosa di parole da dire, di preghiere fantasiose, di slanci che
magari non arrivano. Basta prendere i salmi, anche con altre persone, recitando le Lodi o i Vespri, con un unico
scopo: uscire da se stessi e rivestire gli stessi sentimenti che animarono il salmista. Recitare,
s? come fanno gli attori: il primo e pi?grande ?stato Gesu', che ha assunto i sentimenti del Padre, si ?
rivestito delle emozioni di ogni uomo ed ha poi compiuto in s?la comunione fra cielo e terra nella
"follia" della Croce. Uscire da se stessi per avvicinarsi sempre pi?a ci?che ?Altro, ai
fratelli, non solo a chi sta vicino, ma anche alle intere generazioni che hanno pregato coi Salmi: mentre ripeto
le loro parole faccio parte di un coro immenso, la Comunione dei Santi.
Ora so che quando la mia fede ?fragile, quando
mi ripiego su me stessa, quando sono anch?io "schiava in Egitto" ho attorno a me moltitudini che mi
prendono per mano e mi sostengono nel cammino. Posso pregare cos?come sono, diceva padre Bernardo, con le mie
miserie, col mio cuore disordinato e dolorante: nel libro dei Salmi c??posto per ogni emozione, anche per
quelle meno nobili, perch?il Padre mi accetta e mi salva a partire dal poco che sono. Che sollievo poter stare
cos?come si ?davanti al Signore, che non giudica, ma accoglie. Scriveva un monaco: "La tristezza ?lo
sguardo su di s? la gioia ?lo sguardo su Dio."
Forse ?da qui che nasce la luce che scorgo
negli occhi dei monaci che incontro nella comunit? la preghiera li conduce a poco a poco fuori da s?e la loro
bella e ricca liturgia ben cantata diventa, alla fine, silenzio dell?anima, che, solo, si lascia
illuminare dallo sguardo del Signore e di questo si alimenta. Il soffio dello Spirito li ha condotti su questa
collina, a restare in silenzio sotto lo sguardo di Dio nella solidariet?coi fratelli e con gli altri uomini.
Fratelli su uno stesso pianeta, foglie sullo stesso albero, sfiorate da un?unica Brezza, cos?simili, cos?
diverse?
Maria Luisa
|