Anno 2003
Numero 7 - Maggio 2003
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DAL CORRISPONDENTE DI STOCCOLMA
Hejsan!
Dopo un periodo di pausa ecco ricomparire un mio
articolo! Gli ultimi mesi sono stati per me un momento particolarmente fortunato in quanto ho avuto la
possibilit?di viaggiare parecchio, per cui ho pensato di scrivere qualche mia impressione in merito a questo.
Il primo viaggio si ?svolto a fine febbraio,
quando alcuni miei amici hanno organizzato un visita nel sud della Svezia e a Copenaghen per motivi di studio,
ovvero per vedere dal vivo alcune architetture che hanno analizzato nel loro corso, ed io, di ritorno dall'Italia
dove ho sostenuto un esame, ho deciso di raggiungerli nella capitale danese per quattro giorni.
A met?marzo, poi, mi sono recata per dieci giorni in Francia con la mia unit?e il mio professore, sempre per
motivi di studio, ed infine, all'inizio di aprile sono partita con due amiche verso il nord della Svezia per tre
giorni, questa volta senza la scusa dell'universit?ma solo per visitare quell'area!
Tornata a Stoccolma dopo queste tre esperienze ho cominciato a riflettere su cosa significhi viaggiare e su come
si venga influenzati da ci?che si vive durante questi momenti e dalla gente che si incontra, realizzando che
esistono diversi tipi di viaggio e quanto il concetto stesso di viaggio sia una cosa del tutto relativa. Qual ?
il confine tra ci?che definiamo un viaggio ed un semplice spostamento o un trasferimento? Mi rendo conto che
quello che sto cercando di dire possa essere non molto chiaro, ma cercher?di spiegarmi servendomi di questi tre
esempi!
La visita a Copenaghen ed in maniera ancora pi?
forte quella in Francia sono state per lo pi?incentrate sull'aspetto architettonico dei luoghi in cui ci siamo
recati, mentre ho dedicato solo marginalmente attenzione allo stile di vita e al temperamento degli abitanti;
credo che ci?sia stato dovuto principalmente al fatto che avevamo tempi piuttosto stretti, eravamo in un gruppo
abbastanza numeroso, rispettivamente 7 e 11 persone e ci spostavamo molto. Potrei solo dire che in generale i
francesi sembrano meno propensi a cercare di capire persone che parlano poco la loro lingua, mentre i danesi sono
pi?cordiali, ma ?anche vero che magari riuscivo ad esprimermi pi?chiaramente con i secondi perch?il mio
inglese ?molto migliore del mio francese, d'altra parte altri hanno confermato questa mia idea.
I tre giorni trascorsi in Lapponia, invece, sono
stati totalmente diversi, probabilmente diversi da ogni mia precedente esperienza. Quando siamo partite lo scopo
principale era visitare l'Hotel di Ghiaccio, ma una volta sul posto le cose sono cambiate e ci?che ci ha
impressionato di pi? oltre alle Northern Lights, ?stato quello che non avevamo preventivato di fare:
noleggiare un'auto e viaggiare per 450 km fino a Narvik, una cittadina portuale norvegese che si affaccia su un
fiordo, fermandoci quasi ogni volta che volevamo e in ogni luogo che ci sembrava interessante.
Il paesaggio l??cos?diverso da quelli a cui
siamo abituati, ogni cosa appariva immobile e senza tempo e l'unica cosa di cui potevamo vedere il movimento erano
lingue di neve spinte dal vento lungo la strada o sulla superficie gelata di un lago su cui stavamo camminando. Il
secondo giorno tutto ?stato cambiato da una nevicata e ci?che prima era dorato o blu per i riflessi del sole o
delle nuvole si ?trasformato in un morbido azzurro o in mille sfumature di bianco.
Gli abitanti del luogo sembrano essere in
sintonia con tutto questo se non che una volta rivolta loro la parola si scopre di aver di fronte persone
disponibili a tal punto da stupire e davvero gentili, cosa impossibile da trovare nelle nostre citt? Mi sono
chiesta cosa li differenzi cos?tanto da noi e credo sia il fatto che hanno un ritmo di vita molto meno
frenetico, sono a contatto stretto con la natura mentre noi siamo frustrati dal cemento e dall'inquinamento che ci
circondano pressoch?ovunque ed infine il vivere per molti mesi al buio li porta ad essere pi?sensibili e ad
avere altre priorit? Non so se ho colpito il nocciolo della questione e potrei esserne certa solo provando a
passare un po' di tempo lass? ma almeno per ora non mi ?certo possibile, purtroppo!
Ho notato differenze anche con gli svedesi che ho
conosciuto a Stoccolma e che sono per lo pi?molto chiusi e riservati, adattati ai ritmi di una grande citt?e
orgogliosi di vivere in una capitale. Questa esperienza ?stata ben pi?profonda ed intensa delle altre due e mi
?servita da stimolo per mettere in discussione alcuni aspetti del mio modo di vivere o di organizzare il mio
tempo e mi ha anche spinto a chiedermi se sia giusto dedicare cos?poco tempo a riflettere su ci?che faccio,
sono o su ci?che mi succede o vedo, ma nonostante ci?per il momento non posso che portare avanti le scelte che
ho fatto e sperare in futuro di potermi fermare di pi?
Mi chiedo anche in che misura l'anno che sto
passando lontano da casa mi stia influenzando e cambiando...vedremo cosa mi diranno i miei genitori e i miei amici
tra un po' di tempo!! Speriamo in bene!
Vi ses snart (a presto!)!
Cristina C.
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