Anno 2004
Numero 2 - Ottobre 2003
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IVANO E JESSICA
ovvero
"Famolo strano!"
In un pranzo di nozze, siamo al momento del
brindisi. Al coro implacabile degli invitati, "Discorso! Discorso!", i due giovani sposi, a turno, si
alzano per dire qualche parola. I commensali vogliono sapere: "Come ci si sente da sposati?". E Ivano e
Jessica, gli sposi, con un po' di impaccio, senza trovare le parole, se la cavano con un "Ci si sente... strani!".
Ivano e Jessica sono i protagonisti di un film di Carlo Verdone, del 1995, che si intitola, appunto, Viaggi di
nozze.
Ivano e Jessica vivono una relazione estremamente
passionale. Al grido di "F?olo strano!" cercano modi nuovi, possibilmente trasgressivi, per
vivere la loro passione (e fermiamoci qua).
Ma non hanno le parole. E per esprimere tutto ci?che per loro ha una certa importanza devono dire sempre la
stessa cosa: "?.. strano!".
In un'altra buffa scena, si ritrovano a dover
scrivere una cartolina ai due amici Mirko e Mara e, dopo aver "inventato" un messaggio lungo esattamente
due parole e un punto esclamativo (che preferisco non trascrivere, per ragioni che si intuiscono), Ivano commenta
che per lo sforzo creativo, per trovare quelle due sole parole striminzite, "Me sta a scoppi?'r cervello!".
La parola ?una delle realt?pi?complesse e
affascinanti della persona umana. Ricchissima e allo stesso ambigua ?la parola. Talleyrand disse che "La
parola all'uomo ?stata data per nascondere il pensiero". Ed ?vero, purtroppo: talora possiamo riempire un
discorso di parole senza dire nulla di ci?che realmente pensiamo o sentiamo. Eppure senza parole non potremmo
vivere una vita autenticamente umana. Dobbiamo perci?tollerare il rischio dell'ambiguit? Perch?le parole ci
servono per raccontare e raccontarci; e una comunicazione con gli altri senza parole o con parole tutte uguali
rischia di diventare insipida, senza colore.
Quella del racconto ?un'arte che possiamo
imparare. In questo, i libri ci possono essere compagni e maestri. Guardare un film pu?essere un modo
intelligente di trascorrere una serata. Leggere un libro, per? ?un'altra cosa: di un film puoi essere
spettatore. Di un libro no. Un libro ti "porta dentro", perch?il racconto si tesse sulle immagini che
la tua fantasia costruisce, dialogando con il testo. Il lettore regala al libro i volti, gli spazi, le
scenografie; il libro regala al lettore le parole, la trama, le emozioni. Leggere insegna a cogliere i colori, ma
pure le sfumature della vita. E insegna anche l'arte del racconto, che ?comunicazione preziosa, ma pure
capacit?di ascolto, dell'altro e del mondo che ci circonda.
L'ultima sequenza del film di Verdone vede Ivano
e Jessica, al rientro dal loro viaggio di nozze, sposi novelli e gi?annoiati. Come se la ferialit?che
inevitabilmente accompagna la vita quotidiana dopo un po' di anni di matrimonio, li avesse invasi subito, pochi
giorni dopo le nozze, quando ?ancora tutto da cominciare. Anche coloro che si abituano a scorgere i molti colori
della vita, che ne colgono le sfumature e amano scendere in profondit?talora si annoiano. Per?non capita
spesso.
don Stefano
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