Anno 2003
Numero 5 - Marzo 2003
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ADORARE A ALTRO...
"Non avete dunque potuto vegliare con me
neppure un?ora?".
"O mio Dio, Tu non parli soltanto ai tuoi apostoli, ma a tutti coloro che, potendo vegliare con Te, non
lo fanno, si abbandonano al sonno, mancano di coraggio e, di conseguenza, d?amore: non sentono tutto il valore
di una veglia con Te, non sanno che vegliare ai tuoi piedi ?una felicit?incomparabile. Ahim? mio Dio, come
anch?io sono di questi esseri grossolani che molto spesso si addormentano ai tuoi piedi e si abbandonano al
sonno mentre potrebbero pregare con Te... Perdono, perdono!"
(C.De Foucauld)
Mentre lottavo contro la stanchezza durante una
delle due serate di adorazione personale davanti al Santissimo, proposte dalla parrocchia nel corso della Settimana
Eucaristica, mi tornavano prepotentemente alla memoria le dolenti parole di Ges?nell?Orto degli Ulivi e,
successivamente, le appassionate righe di commento di Charles De Foucauld, frate trappista che pose la sua vita al
servizio dei poveri del Sahara, nel libro "Scritti Spirituali" (Ed. Paoline).
Rimanere in preghiera davanti all?Ostia Consacrata ?insieme il momento pi?semplice e pi?complesso dello
stare con il Signore.
- E? semplice,
perch?significa essere davanti a colui che si ama: tu lo guardi, lui ti guarda e non occorre nient?altro che
quello sguardo d?amore, quel flusso di gioiosa tenerezza che gli occhi degli innamorati rimandano l?uno all?altro.
- E? complesso,
e non poco, perch?vuol dire credere che quell?Ostia, quel Pane Spezzato ?Cristo in persona.
Ancora mi aiutano le parole di Foucauld:
"Tu sei, mio Signore Ges? nella Santa Eucaristia,
sei l? in quel tabernacolo alla distanza di un metro da me! Non eri pi?vicino ai tuoi apostoli quando eri
seduto tra loro, di quanto Tu ora sia vicino a me, mio Dio. Come sono fortunato!
Essere solo nella celletta e trattenermi con Te nel silenzio della notte ?dolce, mio Signore, e Tu ti trovi anche
l?per mezzo della grazia; ma tuttavia, restare nella cella quando potrei essere dinanzi al SS. Sacramento,
sarebbe fare come se Maddalena, quando eri a Betania, ti avesse abbandonato, per andare a pensare a Te, sola, nella
sua camera?".
Gi? che peccato restare a casa, magari anche con
un libro di preghiere in mano, avendo invece la possibilit?di entrare in chiesa e di mettersi in ginocchio
davanti a Te, davanti al tuo Corpo e al tuo Sangue dati alla nostra adorazione. Mistero della fede: il Signore ha
accettato il pane e il vino offerti sull?altare, li ha scardinati dalla loro essenza consueta e li ha elevati ad
un nuovo livello, quello dell?amore, del dono, dell?offerta. E? bello pensare di poter offrire su quell?altare
anche il nostro cuore un po? indurito e credere che Dio possa prenderne possesso, come fa con il pane ed il vino,
per restituirlo trasformato, magari, in un cuore di carne capace di offerta, di dono, di amore.
Forse all?apostolo Paolo ?successo proprio
cos? ha messo a disposizione il suo cuore e il Signore lo ha trasformato, se ha potuto scrivere nella lettera ai
Galati: "Non sono pi?io che vivo, ma Cristo vive in me". Non resta che aver fede, allora, e offrire al
Signore il nostro cuore, la nostra persona, la nostra volont? come nella sua vita ha fatto anche De Foucauld, che
cos?pregava:
"Padre mio, mi abbandono a Te.
Fa? di me ci?che ti piace.
Qualunque cosa Tu faccia di me ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto
purch?la tua volont?si compia in me
e in tutte le tue creature.
Non desidero niente altro mio Dio.
Rimetto la mia anima nelle tue mani,
te la dono, mio Dio,
con tutto l?amore del mio cuore.
Perch?ti amo.
Ed ?per me un?esigenza d?amore il donarmi,
il rimettermi nelle tue mani senza misura,
con una confidenza infinita,
perch?Tu sei il Padre mio."
Quanta pace scaturisce da questo affidarsi, quanta
serenit?nel socchiudere le mani, non pi?affaticate dallo sforzo di trattenere noi stessi, la nostra vita, quel
futuro che ci appartiene ma che non possediamo.
Piegare le ginocchia davanti a Te, Signore, lasciarci guardare dal tuo occhio benevolo in quel pane spezzato,
donarti quel poco che abbiamo, noi stessi, la nostra volont?e avere in cambio la pace del cuore: tutto questo ?
possibile, tutto questo io desidero.
Maria Luisa
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