PARROCCHIA
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CHRISTIAN BOBIN

Questi testi fanno “da assaggio” perchè ciascuno scopra Bobin acquistando i suoi libri!

Alcuni pensieri

Lo scrittore

Un elogio

Chi cammina

Il personaggio

L'intervista


I NOSTRI AMICI

Carlo Acutis

Etty Hillesum

Christian Bobin

Annalena Tonelli

Teresa di Lisieux

Eric-Emmanuel Shmitt

CHRISTIAN BOBIN

IL PERSONAGGIO (2/2)
di Guigo Dotti

Ritroviamo in questa risposta una chiarezza illuminante, la stessa che attraversa molte opere di Bobin: se a prima vista, infatti, si direbbe che identifica l'essere cristiano con una serie di "buone opere", di comportamenti eticamente positivi, il rimando finale all'unicità di Cristo non lascia dubbi. Quando si riconosce il primato assoluto di Cristo, allora la vita cristiana diventa una costante e mai terminata ricerca di vivere come ha vissuto Gesù, "facendo il bene" come egli ha fatto, amando come egli ha amato. E in fondo i libri di Bobin non parlano d'altro che di amore: l'amore fiducioso, "innato", del bambino colto nella sua dimensione di "in-fante", di colui che ancora non parla, l'amore dell'amicizia più forte della morte, l'amore per la creazione, l'amore che accompagna lo spegnersi nell'oblio del padre affetto da Alzheimer. Così, quando lo sforzo quotidiano è di immergersi e di reimmergersi in un flusso di amore che ci precede e che abbraccia ogni cosa attorno a noi, la comunione con gli altri e con il creato è offerta come dono. Allora anche la solitudine - un altro dato costante degli scritti e del vissuto stesso di Bobin - non è isolamento ma apertura a questa comunione. Non a caso, questo solitario parla della solitudine come esito possibile solo dopo aver conosciuto l'esperienza dell'amore ricevuto gratuitamente, come quello che il bambino avverte su di sé: "Per vivere bisogna essere stati guardati almeno una volta, essere stati amati almeno una volta, essere stati portati almeno una volta. Solo dopo, una volta che ti è stato concesso questo dono, puoi essere solo. La solitudine non sarà mai più malvagia". Ecco, è essenzialmente di questa solitudine benigna, solidale, amorosa che parlano i libri di Christian Bobin.
(da Avvenire)

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