PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
Via Favana - Busto Arsizio
Telefono 0331-631690

 

CHRISTIAN BOBIN

Questi testi fanno “da assaggio” perchè ciascuno scopra Bobin acquistando i suoi libri!

Alcuni pensieri

Lo scrittore

Un elogio

Chi cammina

Il personaggio

L'intervista


I NOSTRI AMICI

Carlo Acutis

Etty Hillesum

Christian Bobin

Annalena Tonelli

Teresa di Lisieux

Eric-Emmanuel Shmitt

CHRISTIAN BOBIN

IL PERSONAGGIO (1/2)
di Guigo Dotti

"L'uomo di cui si parla quando si parla dei miei libri non esiste", scrive di sé Christian Bobin, autore schivo e discreto che, paradossalmente, rivela grandi squarci della propria vita interiore nelle parole poetiche che offre come gesto di amore. Per lui, infatti, "non è per diventare scrittori che si scrive: è per raggiungere in silenzio quell'amore che manca a ogni amore". E scrittore dallo sguardo universale, Bobin lo è diventato senza mai muoversi dalla cittadina di provincia nella quale è nato nel 1951: Le Creusot, un centro dell'industria metallurgica francese che non ha nulla dell'incanto dei vigneti della Borgogna che l'attorniano, né possiede vestigia artistiche che l'abbelliscano. Eppure, proprio quell'apparente grigiore imperante ha spinto fin da piccolo Bobin a cogliere altre luci e altri splendori: quello del cielo e dei fiori, degli alberi e degli uccelli e, soprattutto, quello dell'infanzia che apre gli occhi al mondo e che, secondo Bobin, in un certo senso dischiude al mondo degli adulti uno sguardo nuovo, rendendolo capace di cogliere l'esistenza in una luce autentica, di discernere la bontà fondamentale della creazione e, così, di spiegare l'inspiegabile e di narrare l'indicibile. Rivelatosi anche in Italia con due testi segnatamente "cristiani" - Francesco e l'infinitamente piccolo (San Paolo 1994) dedicato al santo di Assisi, il "somigliantissimo" a Cristo, e L'uomo che cammina (Qiqajon 1998) affascinante interpretazione del Gesù itinerante - in molti si sono chiesti se la sua matrice di ispirazione fosse cristiana: nei suoi libri, infatti, vi è un estremo pudore in merito, quasi un defilarsi per lasciar trasparire i sentimenti senza preoccuparsi di ostentare appartenenze o imporre etichette. Ma quando l'interrogativo si fa esplicito, la risposta non è per nulla ambigua: "C'è chi vuole o spera che lei sia cristiano. Lo è?", gli chiese un giorno l'intervistatore di un mensile cattolico. "Sì, certamente, senza alcuna esitazione - fu la risposta immediata -. Credo di essere sempre più cristiano, il che significa che ho sempre più coscienza di esserlo sempre meno, perché credo sia impossibile essere veramente cristiani in questa vita. Essere cristiani, infatti, vuol dire non cedere mai in nulla alla mondanità, non offrire appiglio all'invidia, alla gelosia, all'orgoglio, all'agio e al benessere così temibile; significa non avere nulla per sé. Sarei un bugiardo se dicessi che riesco a vivere anche in minima parte un simile ideale. In realtà, non conosco altro cristiano che Cristo!".

Sito ottimizzato per Internet Explorer 4+ 1024x768
Redazione Web: don Sergio, Achille, Dario

Gli accessi al sito