PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
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Anno 2003
Numero 3 - Dicembre 2002

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COME IL PELLEGRINO

"La preghiera, che ho iniziato a coltivare da piccolo in famiglia e in oratorio, ?il segreto della mia vita, ?la festa silenziosa di tutte le mie giornate."

Queste parole, tratte dal messaggio per la festa di apertura degli oratori del nostro nuovo Arcivescovo, rallegrano il cuore: ?bello pensare alla preghiera come ad una festa che il Signore pu?concedere ad ognuno, e quotidianamente, non solo una volta alla settimana quando si va a Messa. "Pregate incessantemente", dice la prima lettera ai Tessalonicesi al cap. 5: la preghiera, intesa come slancio del cuore a Dio, pu?quindi diventare addirittura continua, inseparabile dalla persona: nella biografia di San Francesco si legge che "non era tanto un uomo che pregava, quanto tutto egli stesso trasformato in preghiera vivente".

A qualcosa del genere doveva pensare il pellegrino russo che considerava la Preghiera di Ges? "Signore Ges?Cristo, Figlio di Dio, abbi piet?di me, peccatore", come il metodo pi?efficace per realizzare la preghiera incessante (vedi: "Il pellegrino russo", ed. Paoline).

Nel corso del suo viaggio verso Gerusalemme, il pellegrino incontr?un padre spirituale da cui ricevette l?ordine di ripetere con la bocca 3000 volte al giorno la preghiera di Ges?per acquisire l?abitudine spontanea di recitarla. Quindi la sua guida spirituale gli chiese di recitare 6000 preghiere al giorno: il pellegrino riusc?a farlo con fatica, ma in seguito si esercit?a tal punto in questa ripetizione che l?abitudine pass?dallo stato di veglia al sonno e le sue labbra si muovevano anche se lui dormiva. Il pellegrino si sentiva felice e pens?di essere arrivato alla preghiera incessante, ma fece un ulteriore passo: smise di usare le labbra e prov?a dire la preghiera solo movendo la lingua.
Il processo, per? non poteva finire l? la preghiera doveva arrivare allo stadio in cui l?invocazione di Ges? si unisce al battito del cuore. Ecco come lui stesso fece e, pi?tardi, insegn?ad altri:

"Immagina il tuo cuore, volgi gli occhi come se tu guardassi attraverso il petto cos?vivacemente come puoi, ed ascolta con l?orecchio teso come esso batta un colpo dopo l?altro.

Quando ti sarai abituato, cerca di adattare ad ogni battito del cuore, senza perderlo di vista, le parole della preghiera. Ossia, col primo battito dirai o penserai"Signore", col secondo "Ges?quot;, col terzo "Cristo", col quarto "abbi piet?quot;, col quinto "di me", e ripetilo molte volte".

Legata al battito del cuore, la preghiera ? per cos?dire, inseparabile dalla vita stessa; almeno, cos?la cap?il pellegrino e in questa maniera trov?la sua felicit? Esagerato, vero? Per? chiss?perch? quando hai sentito questa storia non te la levi pi? dalla mente e scopri, magari pi?tardi, che qualcosa ti ?rimasto nel cuore. Ci sono giorni in cui non resta neanche un attimo di tempo per una preghiera, la lettura della pagina di un libro o una Messa, ma anche allora c?? la possibilit?di stare con il Signore elevando per un istante il pensiero a Lui, ripetendo il suo Nome, per sentirsi crescere dentro l?amore per colui che per primo ci ha amato, tanto da diventare Bambino fra noi.

Pu?capitare cos? quando meno te l?aspetti, magari anche davanti al presepe, di sentirsi scaturire dal cuore una preghiera, un nome, il Nome di Ges?e poche altre parole, proprio quelle pronunciate dal pellegrino e, come lui, da tante altre persone nel corso dei secoli:
"Signore Ges?Cristo?"

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