CHRISTIAN BOBIN
Questi testi fanno “da assaggio” perchè ciascuno scopra Bobin acquistando i suoi libri!
Alcuni pensieri
Lo scrittore
Un elogio
Chi cammina
Il personaggio
L'intervista
I NOSTRI AMICI
Carlo Acutis
Etty Hillesum
Christian Bobin
Annalena Tonelli
Teresa di Lisieux
Eric-Emmanuel Shmitt
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CHRISTIAN BOBIN
ELOGIO DEL NULLA
Illumina ciò che ami senza toccarne l'ombra (4/4)
Si è nelle migliori mani che ci siano, quelle del vento, del nulla
innocente di ogni giorno. Portati via, abbandonati, ripresi. Che altro?
Il lavoro: nulla. Il pensiero: è niente. Il mondo: è niente. La
scrittura che è lavoro, pensiero, mondo: niente. Resta l'amore che ci
solleva da tutto, senza salvarci da nulla. La solitudine in noi è come
una lama, conficcata profondamente nella carne. Non possiamo estrarla
senza ucciderci all'istante. L'amore non revoca la solitudine. La porta
a compimento. Le apre tutto lo spazio per bruciare. L'amore è niente
più che questo bruciare, come bruciare al calor bianco. Una schiarita
nel sangue. Una luce nel respiro. Niente di più. E tuttavia mi sembra
che una vita intera sarebbe leggera, affacciata su questo nulla.
Leggera, limpida: l'amore non oscura ciò che ama. Non l'oscura perché
non cerca di prenderlo. Lo tocca senza prenderlo. Lo lascia andare e
venire. Lo guarda allontanarsi con un passo così felpato che non lo si
sente spegnersi: elogio del poco, lode del debole. L'amore viene,
l'amore va. A suo tempo, mai al nostro. Chiede, per venire, tutto il
cielo, tutta la terra, tutto il linguaggio. Non potrebbe resistere nella
costrizione di un senso. Nemmeno saprebbe accontentarsi di una
felicità. L'amore è libertà. La libertà non va a braccetto con la
felicità. Si accompagna alla gioia. La gioia è come una scala di luce
nel nostro cuore. Porta ben più in alto di noi, ben più in alto di
sé: là dove non c'è più niente da afferrare, se non l'inafferrabile.
Certo, non rispondo più veramente: io canto. Ma si può chiedere
all'uccello la ragione del suo canto?
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